Donna Imma Savastano rappresenta uno dei personaggi chiave intorno al quale, grazie al quale s’intrecciano le fitte trame che hanno inchiodato allo schermo milioni di persone e che hanno confezionato i numeri da record di “Gomorra-La Serie”. Un successo che passa anche attraverso quel corpo tipicamente mediterraneo, fasciato da abiti griffati ed adornato con lussuosi gioielli, quella folta chioma castana dalla messa in piega sempre impeccabile, sotto la quale si cela uno dei cervelli più proliferi ed astuti dell’intera fiction, capace di prevedere in anticipo le mosse dell’avversario e sovvertire gli eventi, dettando al destino le sorti da imprimere nelle vite degli altri: Ciro, suo figlio Genny, il clan ed anche Don Pietro, suo marito. Tutti sono stati, per molto tempo, pedine dello scacchiere di Donna Imma.
Personificare un personaggio simile, rappresenta una delle prove più perentorie e cruciali che un’attrice possa essere chiamata a sostenere.
Napoletana di adozione, Maria Pia Calzone, – colei che ha conferito volto, voce ed espressione a Donna Imma – è laureata in Lettere all’Istituto Orientale di Napoli e diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia. La sua carriera di attrice, comincia grazie a Lello Arena nel suo Chiari di Luna dove interpreta un ruolo minore. Da quel momento tanta gavetta, ruoli sempre più interessanti e difficili e poi la svolta: Imma Savastano. Premiata come Migliore Attrice Italiana al Roma Fiction Fest, viene adottata subito dal pubblico come nuova icona della bellezza e della bravura mediterranea.
La Calzone per calarsi nei panni della moglie del boss Pietro Savastano, dopo aver superato sette provini per ottenere il ruolo, è stata istruita da una vera donna del clan, moglie di un boss da cui si è separata, con una serie di conseguenze pesanti: “Lei era stata in galera tre anni per spaccio. Ho scoperto che tutto parte da un modo completamente diverso di vivere, si ipotizza sempre la via di fuga, anche quando si va a fare la spesa. Un atteggiamento che per ‘noi’ è paranoico. Hanno l’ossessione del lusso ostentato, gli armadi con gli strass. Un modo per intimidire e far capire chi comanda: il loro modo di stare al mondo e sopravvivere. Quella donna aveva accettato la mia presenza, aveva iniziato a fidarsi. Un giorno eravamo in auto, le feci tante domande, lei inchiodò e disse guardandomi negli occhi: Ma tu, fusse ‘na guardia?”.
Imma si rivela un personaggio terribile, misterioso e anaffettivo, perché ragiona da camorrista, ma anche da madre. Scelte che a una persona “normale” possono sembrare assurde, in una società come quella o diventi il più cattivo dei cattivi, oppure non ce la fai e vai incontro ad una brutta fine. Devi sposare questa mentalità e devi pensare ed agire come una madre e come una donna di camorra, contemporaneamente.
Quella femmina che in pubblico rappresenta il punto di riferimento per risolvere ogni problema, possiede, altresì una velata delicatezza, eppure, nel privato, per proteggere il potere della famiglia, sa rivelarsi la più crudele. La camorra, difatti, si avvale di queste figure femminili che non fungono per niente da mero contorno, bensì detengono le redini del potere, al pari dei boss. E questa autorevolezza gli viene riconosciuta dal clan.
L’attrice ha dovuto, però, lavorare molto per assumere alcuni dei tratti del suo personaggio: “Quando un personaggio è così forte devi subito capire cosa c’è di te in lui che puoi portare e su cosa invece devi lavorare”.
Lavoro che in alcuni casi può rivelarsi molto difficile: “Una caratteristica che ho fatto fatica ad incorporare è ‘il sospetto’. I personaggi della serie sospettano di tutto, vanno costantemente alla ricerca del non detto. Noi potremmo considerarlo un aspetto paranoico. Incorporare in una forma di sanità mentale, una cosa che sana non è, è stata la cosa più complicata che ho dovuto affrontare per entrare nel personaggio di Imma”.