Un altro caso di violenza sulle donne, un altro caso in cui tutto viene accantonato e i carnefici non ricevono neanche i domiciliari: è la storia di una ex 18enne residente in provincia di Mantova, stuprata a Parma da almeno cinque giovani nel 2010.
Il fatto si è svolto in una sede della Rete Antifascista, nei locali di via Testi, e l’accusa è di violenza sessuale di gruppo: la procura ha chiesto l’arresto degli attivisti, ma il giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta, in quanto troppo tempo è passato dai giorni in cui è avvenuto il reato.
La vittima non si è mai recata dalle forze dell’ordine per denunciare l’accaduto, al contrario è stata una segnalazione anonima a far emergere la notizia su cui poi si è indagato.
Dopo una festa in cui probabilmente l’appena maggiorenne era stata drogata, a turno i ragazzi hanno abusato di lei, filmandola con un cellulare.
Ma l’orrore non ha mai fine: un convento e scuola di suore di Ranaghat, nello Stato indiano di West Bengala, è stato teatro di attacco da parte di un gruppo armato. La madre superiora 72enne è stata violentata, otto le persone che si contano nelle indagini.
Ora l’anziana è in ospedale e alcuni presunti colpevoli sono sotto interrogatorio, ma l’eventualità di avere in mano gli effettivi carnefici non è ancora stata provata.