Impietosi i dati relativi al Report Povertà 2014, fornito dalla Caritas: Il cibo, il lavoro che non arriva o che si è perso, la richiesta disperata di soldi per pagare le bollette, per mantenere i figli nei loro studi o svaghi. C’è tutto questo nel “Report Povertà” presentato a Messina.
Sono in maggioranza italiane (72,2%), donne (57,5%) e di età compresa tra i 36 e i 65 anni (67,3%, contro il 23,5% di età inferiore ai 36 anni e il 9,2% di età superiore ai 65 anni) le persone che nell’arco del 2014 si sono rivolte ai tredici Centri d’ascolto della Caritas. Nei 13 Centri di Messina e provincia, sono state ascoltate 1641 persone, ed effettuati 3462 interventi.
Tra i bisogni individuati, si attestano al primo posto beni e servizi per un verso e lavoro per altro verso (30%), seguono l’ascolto (17,3%), la casa (9,5%), questioni di salute (8,8), orientamento ai servizi pubblici (3,9%).
Per don Gaetano Tripodo, direttore della Caritas diocesana, è irrinunciabile “costituire una rete operativa d’intervento tra istituzioni pubbliche e soggetti privati al fine di rendere più efficace l’impegno comune”.
In queste cifre mostrate dal Report della Povertà, troviamo storie comuni. Storie di gente che ha fame in tutti i sensi, gente che ha necessità di essere ascoltata, di sentirsi meno sola, oltre al principale bisogno di nutrimento.
E nel confronto tra bisogni ed interventi che si legge “l’importanza delle azioni effettuate dalla Caritas diocesana ma anche la necessità che sul territorio intervengano politiche specifiche da parte delle pubbliche amministrazioni e dei soggetti sociali protagonisti, sia per garantire l’effettiva realizzazione per tutti di diritti primari quali la casa, la capacità di interloquire con i pubblici uffici e la salute, sia per creare concrete possibilità di occupazione”.
I bisogni nel corso degli anni che hanno rappresentato vere e proprie urgenze sociali sarebbero individuabili dall’analisi dei sedici progetti che la Caritas Diocesana ha realizzato tra il 2009 e il 2014 con i fondi 8×1000 per una spesa totale che sfiora i due milioni di euro (1.961.600,00 euro).
Iniziative di particolare rilevanza, con le quali sono stati attivati servizi, centri e percorsi personalizzati: dalla creazione di cooperative sociali di persone diversamente abili a percorsi di reinserimento sociale di ex detenuti, da attività di prevenzione dell’internamento nell’Ospedale psichiatrico giudiziario alle adozioni sociali di bambini “a rischio”, dalla realizzazione di un servizio di pronto soccorso sociale attivo 24 ore su 24 per senza dimora all’integrazione di famiglie immigrate, da centri di accoglienza per anziani soli e malati al sostegno all’occupazione, da interventi di contrasto alla dispersione scolastica alla creazione di luoghi di aggregazione per bambini e ragazzi, dal reinserimento lavorativo e abitativo di inoccupati agli interventi per prevenire e riparare i danni della dipendenza dal gioco d’azzardo.
Ciò che la Caritas auspica è che dalla gestione delle emergenze si passi alla programmazione e alla realizzazione di politiche in grado migliorare significativamente la situazione generale della popolazione.