Dalla Puglia ci arriva una triste storia, che vede come tristi protagoniste una mamma di 36 anni, Barbara, e la sua figlioletta di soli 6 anni.
Ci troviamo nel rione “Libertà”, in uno stabile poco lontano dal palazzo di Giustizia locale dove, la piccola di 6 anni, ha vegliato il cadavere della mamma per ben 3 giorni. A dare l’allarme è stato il padre della vittima, nonno della piccola che, non riuscendo a mettersi in contatto telefonico con la figlia, è partito da Pescara (dove l’uomo risiede) e con l’auto ha raggiunto la casa della figlia.
Lo scenario che si è aperto davanti ai suoi occhi è stato inquietante, l’uomo ha trovato la figlia priva di vita in camera e la nipotina in salotto, apparentemente tranquilla, che stava trascorrendo un pomeriggio, per lei, alquanto normale. Il nonno della bambina ha immediatamente avvertito i soccorsi, che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della donna.
Secondo le prime ricostruzioni, effettuate anche grazie alla testimonianza della piccola, la donna si sarebbe sentita male improvvisamente quando era da sola a casa con la figlia e non avrebbe avuto il tempo di avvertire nessuno del suo malore, neanche un ipotetico padre della bambina o suo compagno di cui non si hanno le tracce. Sul corpo della donna, infatti, non sono stati trovati segni evidenti di traumi o lesioni e si esclude categoricamente l’ipotesi del suicidio dal momento in cui in casa non sono stati trovati farmaci pericolosi o altre sostanze che farebbero pensare al gesto estremo. Tuttavia, a dare piena conferma sull’ipotesi del malore improvviso, sarà l’autopsia che verrà effettuata nei prossimi giorni.
Anche la piccola è stata visitata dal personale sanitario ed è sembrata in ottime condizioni. La bambina sarebbe rimasta in casa tutto il tempo con il corpo senza vita della mamma, senza aprire la porta a chiunque si fosse presentato presso l’abitazione e senza rispondere alle telefonate in arrivo. Quando gli inquirenti le hanno chiesto il motivo per cui non ha dato l’allarme, la piccola ha semplicemente risposto di essere stata tranquilla in casa da sola perché la mamma le aveva insegnato di non aprire mai la porta alle persone senza il suo permesso, così come non le era permesso di utilizzare il telefono.
Neanche nella scuola che la piccola frequenta si era pensato ad un epilogo così tragico alle assenze ingiustificate della alunna che, nei giorni in cui è rimasta a vegliare il cadavere della madre, si è nutrita da sola con gli alimenti che la mamma teneva in frigo e in dispensa. La bambina ha dunque mangiato latte, pane, frutta e biscotti riuscendo a non malnutrirsi: i medici che l’hanno visitata, infatti, non hanno riscontrato nessuna carenza dei valori vitali.
Ora la piccola è stata affidata alla famiglia materna e sarà seguita da un assistente sociale e da uno psicologo che, anche grazie all’amore della famiglia, dovranno aiutarla a superare questa tragedia inaspettata.