Dalla creazione di una pagina Facebook anonima, che consta circa 20.000 adesioni, tra insulti e gravi minacce a discapito della diciassettenne che nel febbraio scorso ha picchiato una ragazzina di 12 anni ‘su commissione’ nei giardini di Sestri Ponente, la baby bulla non va più a scuola e vive confinata a casa con i suoi familiari, nel terrore.
La pagina, in un primo tempo sospesa, è stata riattivata calamitando contatti e minacce. I genitori della 17enne mediante l’avvocato Andrea Martini contatteranno Facebook: «a tutela della minore di cui sono stati postati foto e filmati ‘in chiaro’ e chiederò di individuare la persona che ha aperto quella pagina per valutare se vi siano i presupposti per una denuncia penale e, in ogni caso, per chiederne l’immediata cancellazione».
Tutela della minore, la minore che ha picchiato una 12enne, inizialmente vantandosi di quel video e chiedendo la restituzione del cellulare, dicono i carabinieri. Tutto è cominciato quando la dodicenne ha risposto male a una sedicenne, offendendola a morte con la frase: «A me non importa niente di te… chiudi quella bocca che hai i denti gialli».
Una frase, secondo la ragazza in questione, che meritava una punizione pari alla violenza, non solo fisica, ma anche psicologica. Ricordiamo infatti che la 12enne è stata picchiata in pubblico, tra le risate e l’indifferenza al suo dolore.
La picchiatrice ha precedenti specifici, un precedente per rissa del 2004 e pestaggi di ragazzine diverse ragazzine, a questa secondo il referto ospedaliero ha procurato un «politrauma facciale, ferite da morso».
Risulta scandaloso il fatto che non si sia mostrata minimamente pentita nel momento dell’accaduto, ma anche la figura dell’amica che gira e diffonde il video e che si sente ridacchiare sempre di più mano a mano che i colpi si susseguono.
Tra l’assessore che parla di un disagio montante tra i giovani e le forze dell’ordine che, statistiche alla mano, sostengono che Sestri non assomigli proprio al Bronx, resta una storia di disagio che forse meriterebbe più comprensione e riflessione e meno toni esasperati.
Stamani, intanto, la polizia postale ha iniziato le operazioni tecniche peritali per estrarre il contenuto dei tre cellulari sequestrati appartenenti alla ragazza indagata e a altre due persone coinvolte nella vicenda.
«Questo – ha spiegato Martini – per accertare le comunicazioni prima e dopo l’episodio e, di conseguenza, individuare eventuali soggetti che possono essere coinvolti». La ragazzina, indagata per lesioni aggravate dalla premeditazione e dai futili motivi, durante l’interrogatorio di lunedì davanti al pm del tribunale dei minori, aveva ammesso le proprie responsabilità, confermando la volontà di incontrare la dodicenne per chiederle scusa. Chiedere scusa è sicuramente indispensabile, altrettanto utile sarebbe da parte della 17enne e dei genitori riflettere sull’accaduto e assumersi le proprie responsabilità.
Non possiamo accettare un pestaggio così brutale per di più condiviso sul web tra le risate e l’ilarità dei coetanei presenti. Parliamo di un gesto crudele, non della classica bravata da ragazzini.