Pompei.“Ci sono miglioramenti tangibili e significativi nello stato di conservazione di Pompei. L’Italia ha compiuto sforzi considerevoli nell’adottare le raccomandazioni dell’Unesco World Heritage Committee“. Il report sull’ispezione Unesco agli scavi di Pompei dello scorso novembre promuove l’azione del Governo, della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia e della Direzione Generale Grande Progetto Pompei e raccomanda l’estensione temporale del Grande Progetto almeno al 2016 per garantire migliori standard di lavoro e supervisione.
“Le parole degli ispettori Unesco – dichiara il Ministro dei beni e delle attività culturali, Dario Franceschini – sono il giusto riconoscimento di un lavoro intenso, scrupoloso e metodico”. Il ministro non manca di fare un riferimento indiretto al sequestro conservativo di beni per circa 5 milioni e 770 mila euro eseguito dalla Guardia di Finanza di Napoli nei confronti dell’ex Commissario straordinario per gli Scavi di Pompei Marcello Fiori, nell’ambito di un’inchiesta della Procura regionale della Corte dei Conti per la Campania che coinvolge, oltre a Fiori, 9 dirigenti del Mibact e della Regione Campania.”Ci aspettiamo ancora grandi frutti dall’opera appassionata e capace di chi è al lavoro sul pieno recupero degli scavi di Pompei, nella speranza che niente riesca a oscurarne i meriti e i risultati,continua il ministro.
“Soprattutto è chiaro – si legge nel rapporto – che si è dato il via a gran parte delle iniziative annunciate. Sono state eseguite sostanziali opere di restauro sul sito, principalmente nel contesto del Grande Progetto Pompei, ma anche nell’ambito del programma di manutenzione ordinario. Ci sono lavori in corso in nove delle tredici domus identificate a rischio nel 2013. Invitalia e Ales, entrambi aziende sostenuto dal Governo, hanno fornito rispettivamente risorse professionali aggiuntive e ulteriore personale di custodia”. La gestione del sito, scrivono gli ispettori in un altro passaggio del rapporto, “è stata riorganizzata creando una speciale Soprintendenza autonoma per Pompei, Ercolano e Stabia. Ciò significa che gli sforzi possono essere concentrati sui monumenti vesuviani, senza dover avere a che fare con il museo nazionale di Napoli e tutti gli altri siti archeologici della provincia di Napoli”. La missione, si legge ancora, “ha salutato positivamente questi progressi e considera superata ogni questione riguardo l’iscrizione del sito nella lista del patrimonio mondiale in pericolo”.
Queste realizzazioni dimostrano chiaramente che allorquando si stabilisce correttamente la programmazione, il bilancio è gestito con efficacia e il personale qualificato è disponibile i lavori di restauro e di valorizzazione di una domus, per quanto sia danneggiata, divengono possibili in dei tempi ragionevoli.