L’8 Marzo si avvicina e con esso si avvicinano anche tutti i rituali e le celebrazioni che nel corso degli anni si sono consolidati nella nostra cultura, anche se, talvolta, non rispecchiano a pieno il vero senso della celebrazione, sfociando addirittura in reati penali.
È ciò quanto accaduto nelle scorse ore ad Arzano, in provincia di Napoli, dove 3 persone (due uomini e una donna) sono state arrestate con l’accusa di furto. Il bottino di tale azione illegale non è altro che un’ingente quantità di mimose. I 3 sono stati bloccati da una volante dei carabinieri allertata da un uomo, che si è scoperto poi essere il vicino di uno degli arrestati, che aveva denunciato il furto di rami di mimose dalle piante del suo giardino. I carabinieri hanno, quindi, perquisito la Fiat Multipla dove i 3 stavano viaggiando con la refurtiva, trovando nel cofano i suddetti rami per una quantità pari a circa 100 chilogrammi di piantagione.
Ovviamente, le mimose erano destinate alla vendita illegale, in uno dei tanti chioschetti che in questo periodo affollano vicoli e strade delle cittadine per “mantenere vivo” il classico gesto del regalo della mimosa ad una donna per celebrarla e, perché no, cercare anche di guadagnarsi il pane, anche se il metodo utilizzato in questo caso è da evitare tassativamente.
L’affollamento di chioschi e venditori ambulanti nel periodo della festa della donna (ma anche per San Valentino,Epifania, ecc .. ) è solo uno dei tanti malcostumi che, purtroppo, prendono il sopravvento sui reali significati e messaggi che la ricorrenza in questione vuole mettere in risalto.
Che dire, invece, delle cene spettacolo organizzate in varie discoteche e pub dove, per celebrare la famosa rivolta delle operaie, offrono alle clienti strip-tease e cabaret al limite dell’osceno. Potremmo sorvolare su questa questione se pensiamo nella logica di chi deve portare avanti un’attività commerciale e sfrutta al meglio ogni occasione per tirare l’acqua al suo mulino, ma davvero non possiamo sorvolare sull’idea di migliaia di donne che abbinano il “divertimento” ad uno dei simboli più importanti dell’emancipazione femminile.
Ricordiamo a tutti che questa ricorrenza risale ai primi dei ‘900, quando le donne iniziarono a sentirsi parte integrante della nuova società che stava emergendo nei paesi in via di sviluppo. Questa corrente di pensiero attraversò l’intera America fino a raggiungere l’Europa Occidentale portando in alto il diritto al suffragio universale delle donne, l’adeguamento dei salari per le lavoratrici e un maggior rispetto per la figura femminile al fine evitare discriminazioni sessuali riferiti alla donna nella sua partecipazione alla vita cittadina.
Ora che siamo nel 2015, le donne non possono affermare di aver ottenuto quella famosa parità dei sessi di cui tanto si è parlato nei decenni addietro. Possiamo affermarlo quando una donna non può progettare una famiglia per paura di perdere il posto di lavoro, quando è soggetta a violenze sia fisiche che psicologiche o quando viene classificata una semplice mamma ignorando il fatto che essere genitore è il lavoro più sfiancante al mondo.
Queste caratteristiche sono solo delle piccole sfaccettature di un prisma ben più ampio che riguarda il travisare una tradizione in nome di semplici eccessi, di cui vi abbiamo appena riportato un episodio. Sarebbe bene che vari enti e associazioni organizzassero delle celebrazioni degne di queste ricorrenze, al fine di far tenere sempre presente le vere intenzioni della loro istituzione.