Bagnoli- Chi non è mai stato a Città della Scienza? Chi non sarebbe rimasto per ore, con il naso all’insù, a osservare la volta celeste del planetario, a scrutare con occhi accesi di curiosità le mostre allestite così sapientemente?
Eppure nella fredda notte del 4 gennaio 2013, le fiamme divorarono tutto e solo 2 capannoni su quattro si salvarono. Rimase “il Teatro delle nuvole” e poco altro. Sembrava un incendio inestinguibile: ci vollero tredici ore e cinque squadre dei vigili del fuoco per domare le fiamme. Fu chiaro che si trattò di un incendio doloso. Molto significative furono le parole di Antonio Perillo, caporedattore responsabile del “TGR Campania”: “Città della scienza è nata nel pieno della primavera napoletana, che ha segnato sì una stagione politica, ma soprattutto una stagione dello ’spirito: quel 18 ottobre del 1996 è stata per molti la ‘vittoria’ della conoscenza sull’oscurantismo dell’ignoranza. Ironico che la luce delle fiamme abbia dato alla città la sensazione che sia tutto finito”. Interessi economici, motivazioni e vendette personali, possibile coinvolgimento della camorra, colpevoli mai trovati: a pagarne le spese fu quella splendente “isola della conoscenza” nella giungla metropolitana.
A due anni da quel tragico evento, è stata indetta “una festa della ricostruzione”: per ricordare il passato, ma pensare già al futuro di quel “Science centre” annoverato tra le eccellenze italiane. Il 4 marzo sono state molte le iniziative promosse dalla struttura dalle ore 10.30 alle 20.30: laboratori, animazioni e dimostrazioni scientifiche, mostre sull’alimentazione, esibizioni musicali ( anche di gruppi musicali formati da studenti campani), meeting gestiti in collaborazione con le maggiori Università napoletane e soprattutto una mostra fotografica intitolata “Messa a fuoco” (inaugurata oggi nel Padiglione “Marie Curie” della struttura museale di Coroglio , aperta al pubblico fino al 31 maggio). Questa mostra prevedeva la presentazione al pubblico di fotografie di Antonio Biasiucci, Fabio Donato, Mimmo Jodice e Raffaela Mariniello ,che “attraverso il loro obiettivo hanno interpretato la tragedia per fermare con lo sguardo la memoria di quanto è accaduto e immaginare il futuro“.Fotografie in bianco e nero: un paesaggio desolato e scabro, qualche nuvola in cielo e un ponte in lontananza, macerie annerite dalle fiamme: pochi elementi che rappresentano la dimensione del ricordo e l’acuto sguardo di chi , dalle ceneri, vuole far risorgere “quel tempio del sapere”
Un altro evento significativo si terrà oggi alle 20.30 presso la sede dell’associazione Fantasmatica: una mostra intitolata “Fantasmi di presenza. La verità in pittura”. Sarà basata su una performance del pittore Francesco De Siena, in due atti, durante i quali sarà creata un’opera estemporanea. Mostre ed eventi volti a rappresentare “la percezione di una violenza contro la cultura, contro tutti noi”.