Napoli è da sempre sinonimo di accoglienza, calore, cosmopolitismo. La metropoli e la sua cultura si sono formate, nei secoli, grazie alle influenze greche, sveve, normanne, angioine, aragonesi, spagnole, francesi e dei numerosi cittadini del mondo che hanno scelto di diventare figli di Partenope. Eppure, negli ultimi tempi, si registra un picco di intolleranza verso la diversità, più grande ricchezza dalla capitale del Mezzogiorno.
La triste e deturpante opera che porta la firma delle solite “erbacce”, aride e stolte, prive di buon senso e sentimenti buoni, incapaci di comprendere il valore e l’importanza del tesoro insito nell’integrazione e nella fusione dei popoli.
Francesco Ungaro, sul giornale web dell’Università Suor Orsola Benincasa “InchiostrOnline”, denuncia un grave episodio di violenza nei confronti di un giovane originario dello Sri Lanka: una baby gang composta da ragazzini sui 15 anni l’ha violentemente colpito con un ombrello, per il semplice fatto che l’uomo, ad una loro richiesta di una sigaretta, aveva risposto di non averne. Gli stessi adolescenti, racconta la vittima di nome Santa, giorni prima avevano avvicinato un suo connazionale con una scusa altrettanto banale, brandendo un grosso coltello. A differenza dell’amico, Santa non è riuscito a fuggire ed ha riportato gravi ferite all’occhio sinistro.
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Ad Arzano invece un 40enne georgiano è stato trovato morto all’ingresso di un condominio, riverso nella pozza formata del suo stesso sangue. L’uomo, morente, è stato trasportato all’ospedale San Giovanni Bosco ma il delicato intervento chirurgico al quale è stato sottoposto non è servito a salvargli la vita. I Carabinieri della Compagnia di Casoria indagano sull’omicidio, dai risvolti poco chiari: fin ora si conoscono solo le cause della morte dello straniero proveniente dalla Georgia, pugnalato più volte all’addome.
L’ultimo assalto ad un cittadino di nazionalità estera si è consumato a Boscoreale: alcuni esaltati hanno incrociato tre rumeni, riuscendone a bloccare uno. Il malcapitato, di appena 25 anni, è stato malmenato e portato di peso nell’auto degli aggressori che l’hanno costretto a condurli fino a casa sua, dove hanno rubato alcuni oggetti personali al ragazzo. Il rumeno è riuscito a riconoscere uno dei suoi aguzzini, un 23enne di Scafati attualmente detenuto nel carcere di Poggioreale con le accuse di sequestro di persona, rapina e lesioni gravi: la vittima ha riportato politrauma, frattura nasale e frattura lacero contusa al cuoio capelluto. “Mentre mi picchiavano– racconta il ferito- mi accusavano di essere un rumeno ladro“.