Ma sì, è la vita che finisce ma lui non ci pensò poi tanto, anzi si sentiva felice e ricominciò il suo canto…” Caruso, 3 anni fa, il 1 marzo 2012, un cuore fatto di musica ha tradito ed era il cuore di Lucio Dalla.
Chi scrive questo articolo con pudore e – spera – con attenzione, è stata seduta piccolissima sulle ginocchia di Lucio tanti anni fa alla Rca di Roma. Ricordi lontani, un po’ sfuocati e ingrigiti dal tempo, ma nello stesso tempo nitidi.
Il ricordo di un uomo che nel tempo ho capito essere gentile, appassionato, curioso, innovativo, fuori dagli schemi, coraggioso, eclettico ma, soprattutto, un uomo perbene, oltre che un musicista perbene. Conosciamo tutti la sua anima divisa in due: il suo amore per Bologna e il suo amore per il sud, per Napoli, per il mare pugliese, la sua casa alle Tremiti, la sua barca ancorata come un faro nell’attesa, Manfredonia che gli ha dedicato il teatro.
Un’anima brigante che andava ovunque, che apparteneva a chiunque, ma, al contempo, un’anima solitaria che sfuggiva da ogni definizione. Un musicista autodidatta che si è perfezionato negli anni, un cantautore che ci ha regalato poesie senza tempo, uno stile di vita fuori da ogni clamore e ciò che fa capire che si può fare della propria vita una riservatezza se si vuole perché è la musica la vera protagonista.
Chi si avvia, lascia dietro di sé una scia che è fatta di cose, attimi, sensazioni, emozioni, parole e pensieri.
Lucio era tutto questo e non a caso, ogni sera alle 18, su Piazza Maggiore a Bologna, aleggia la filodiffusione fatta delle sue canzoni che, definire canzoni, significa penalizzare il vero senso di ciò che sono. Pensare a Dalla significa pensare a Caruso e tutti noi ci siamo immaginati in quel lussuoso albergo di Sorrento con il mare che luccica, tutti noi siamo stati Caruso per un attimo, tutti noi siamo stati Anna & Marco, tanti genitori hanno pensato a Futura.
Chi scrive queste parole conserva un autografo ingiallito ed è un foglio prezioso e importante per il carico di ricordi, affetti, sensazioni indelebili che, anche dall’altra dimensione, arrivano dritte al cuore e non solo al mio.
Il tempo non butta mai niente, il tempo sa conservare.
Spetta a noi – testimoni rimasti qui – avere cura di non dimenticare mai.
Ciao Lucio…cammina su una buona strada.