Gaetano Terranova, 18 anni compiuti il 18 febbraio scorso, avellinese: uno studente del liceo scientifico “Imbriani”, nonché un’anima infervorata da un viscerale amore per beat e rime, tanto da trasformarsi in “Dac Swarley Mc” quando vestiva i panni del rap.
Dac Swarley Mc è, infatti, un giovane rapper avellinese che non è finito sulle pagine dei giornali grazie al successo confezionato dalla sua musica, ma per la precoce ed atroce fine inferta alle sue ore, alla sua voce, alla sua vita.
Gaetano è morto nella serata di venerdì intorno alle 22 per complicazioni conseguenti all’assunzione di un antibiotico per l’influenza. Un semplice antibiotico. Per il giovane ha però assunto le insospettabili ed imprevedibili conseguenze di un veleno letale. Probabilmente, a provocare il decesso è stato uno choc anafilattico. In ogni caso saranno l’inchiesta e l’autopsia disposte dalla Procura a far luce sulla triste vicenda.
Aveva la febbre alta, troppo alta, Gaetano. Inutili si sono rivelati i tentativi di rianimarlo, da parte del personale del 118, allertato dai genitori.
È morto così Gaetano, un grappolo di giorni dopo aver raggiunto la maggiore età, mentre coltivava il sogno di diventare “grande” nel mondo della musica.
Grazie al suo status di rapper, solcava i palchi dell’Irpinia e per questo era molto conosciuto in città. Tutti lo descrivono come un ragazzo simpatico e genuino, con una grande passione per la musica, soprattutto quella Hip Hop. L’ultima esibizione in pubblico, lo scorso 26 dicembre all’evento “Sound Ground”, organizzato presso il “B-Lounge”. In passato aveva preso parte anche ad altre manifestazioni come “The jam hip hop & street festival” organizzato da “Radio Baiano” ed il Forum dei giovani, dove Dac Swarley Mc aveva avuto modo di esibirsi sullo stesso palco del famoso Mc “Paura”.
“Ira” è il titolo del suo “cavallo di battaglia”.
Quell’ira che ti arde in petto quando hai 18 anni e desideri spaccare il mondo, fatichi a star dietro alla voglia di vivere, così come alle rime, sali sul palco e ti senti il re del mondo, perché il pubblico ti acclama a gran voce e i sogni grondano dal cassetto per quanto sono numerosi, vari ed ambiziosi.
Quell’ira che forgia mente e cuore come una spada, affilata ed affamata, di rivalsa e riscatto, al cospetto di tutto quello “che non va”, come dovrebbe andare, come vorremmo che vada, come dovrebbe essere ed, invece, non è.
Quell’ira che, eternamente, rappresenterà il canto e il sentimento più capace di personificare l’emozione insita nella storia di Dac Swarley Mc e nella vita di Gaetano Terranova.