Nel 1945 Edoardo Nicolardi è dirigente amministrativo di un ospedale di Napoli. Nel reparto maternità succede un fatto “strano”: una ragazza napoletana partorisce un bambino dalla pelle nera. Si cerca una spiegazione al fenomeno che forse la scienza non è ancora in grado di svelare. La realtà è invece chiara. L’anno precedente erano entrati in Napoli i soldati americani e fra loro molti uomini di colore, quindi, i casi di bambini nati con la pelle nera erano diventati frequenti. Edoardo Nicolardi che all’epoca è già famoso per aver scritto i testi di diverse canzoni napoletane di successo, trova l’ispirazione per scrivere il testo di “Tammurriata nera”. Il suo consuocero E.A.Mario, famoso compositore, la mette immediatamente in musica. Ne nasce una canzone ironica e delicata, fra le più belle e trascinanti della storia della canzone napoletana.
”Tammurriata nera” diventa forse la migliore testimonianza delle condizioni di vita nella Napoli dell’immediato dopoguerra e in tutte le città italiane dove piano piano si riprende a vivere. La canzone fu interpretata inizialmente da Renato Carosone, per poi essere ripresa e rilanciata negli anni settanta dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare che la fece conoscere in tutto il mondo. Recentemente ne ha curato una rinnovata versione anche Daniele Sepe.
Attilio Barbieri