1 consumatore su 4 di cannabis è più soggetto a sviluppare psicosi.
Quest’ultima affermazione è frutto di uno studio durato sei anni da parte della Gran Bretagna. Una ricerca che ha, quindi, procreato un dato certo, capace di generare elevata apprensione, per effetto del forte utilizzo della droga leggera soprattutto nei giovani.
In gergo è più comunemente conosciuta come “skunk”: una varietà extra forte di cannabis che si ottiene ibridando alcune varietà contenenti livelli di tetraidrocannabinolo pari al 15% contro il 4% delle varietà classiche utilizzate, per esempio, per la preparazione della cannabis terapeutica. E sarebbe proprio questa la sostanza che farebbe schizzare a livelli elevatissimi il rischio di imbattersi nella schizofrenia.
Lo studio è stato effettuato su 800 persone della zona a Sud del Tamigi che avevano sviluppato casi di psicosi: manifestavano un’incidenza alla schizofrenia doppia rispetto agli anni ’60 e questo era da attribuire all’uso di questa sostanza di cannabis nel 24% dei casi. Sul nostro versante, il Sopsi, la Società italiana di psicopatologia, afferma che tra i giovani di età compresa fra i 10 e i 19 anni sono molto diffuse le psicopatologie derivanti dall’abuso di droga e alcool. Ad abusare di queste sostanze sono soprattutto i ragazzi tra i 16 e i 24 anni, in particolare per quanto concerne il consumo di alcool. Il dato è più preoccupante perché parla di comportamenti di “binge drinking”, ossia quando si bevono almeno 5 bevande alcoliche in una serata.
A destare allarmismo, inoltre, anche il fatto che tra i soggetti protagonisti della ricerca firmata Sopsi, il 22% è un consumatore abituale di cannabis. E sono proprio questi ultimi a riferire che dopo aver fumato cannabis oltre le 50 volte nella loro vita, l’uso/abuso abituale della suddetta sostanza gli abbia procurato allucinazioni visive e uditive, sensazione di rallentamento del tempo e di spavento.