Un week-end da incubo per la Campania, turbata e deturpata da “acqua e fiamme”.
A Castellammare ceneri e paura regnano tra le macerie derivanti dall’incendio propagatosi ieri sera nel Centro storico. Ad aver preso fuoco sarebbero i soffitti in legno del civico numero 11 in via Gesù. A causa di un intossicazione da fumo, un 22enne è stato trasportato all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. Ma non ci sarebbero feriti, il bilancio dell’incendio, divampato intorno alle ore 18,30, è dunque di soli danni e una quarantina di famiglie evacuate per precauzione. Sotto accusa stamani, la recente ”perdita” del presidio dei vigili del fuoco a Castellammare di Stabia, trasferiti da un mese perché il Comune non ha provveduto per tempo ad assegnare una sede più idonea e il ritardo di oltre 40 minuti maturato dalla prima autobotte, giunta sul luogo dell’incendio da Meta di Sorrento e che dopo circa 10 minuti aveva terminato già l’acqua. A quei 40 minuti, se ne addizionano altri 20 da parte della squadra sopraggiunta in soccorso da Torre del Greco, rimasta imbrigliata nel traffico del sabato sera.
Oggi, tra rabbia e polemiche, si contano i danni e si spalano detriti e resti carbonizzati di travi, in un sottotetto evidente smottato dalle forti temperature alle quali è stato sottoposto. Ingenti risultano i danni alle abitazioni, causa dell’assenza del tetto e dalle infiltrazioni di acqua del fortissimo temporale che si sta ancora abbattendo su Castellammare.
Ancor più amara la scoperta che ha portato alla causa che ha scaturito l’incendio in via Gesù: arrostire carciofi.
Sul posto dell’incendio, oltre diversi cartoni di foglie di carciofi, fascine e inneschi di liquido infiammabile, anche una grande fornace, in ferro, proprio per la cottura del prodotto alimentare e che lascerebbero quindi propendere le ipotesi investire verso questa direzione.
Anche la pioggia infierisce su Castellammare: il Sarno è esondato in via Ripuaria, alcuni alberi di alto fusto sono caduti per fortuna senza vittime, e alcune famiglie sono isolate sul monte Coppola a causa di una frana che blocca l’unica strada esistente.
È il maltempo a prendere il sopravvento anche nelle restanti porzioni della Campania, senza risparmiare le isole. Un piccolo smottamento si è verificato questa mattina lungo la strada provinciale Capri-Anacapri. Dalla parete di roccia e terreno che costeggia l’unica arteria di collegamento tra i due comuni dell’isola azzurra si sono staccati alcuni massi e pietre invadendo la sede stradale. Sul posto si sono recati i vigili del fuoco, insieme agli agenti della polizia municipale coordinati dal tenente Piero Presti e al geometra Vincenzo Matassa del Comune di Capri. Non si registrano feriti né particolari disagi. La circolazione nel tratto è ora regolata da un semaforo. Lo smottamento è stato determinato dalle copiose piogge abbattutesi sull’isola nelle ultime ore.
Ben più traumatico il risveglio per gli abitanti di Maddaloni: botto fragoroso e strada distrutta. L’onda di piena delle acque nere (provenienti da Arpaia, Santa Maria a Vico, Arienzo, Airola, Cervino e San Felice a Cancello) ha sparato in aria i tombini e squassato il manto stradale di via Cancello a Maddaloni. Solo lo scarso traffico festivo e il tempestivo intervento dei residenti hanno evitato danni irreparabili alle persone e ai veicoli che tutti i giorni percorrono l’ex provinciale Nola-Caserta. Gravi i danni alle coltivazioni contaminate dai liquami e ai vani terranei coperti dalla melma fognaria. Ancora una volta, sono bastate le piogge concentrate per materializzare l’incubo ex Casmez: la strozzatura terminale del collettore che attraversa l’A30 che non è stato mai eliminata causa prima dell’esplosione delle fognature.