Palermo – una minorenne subisce uno stupro da due giovani che aveva appena conosciuto in discoteca, e che successivamente, sono stati arrestati dalla Polizia di Stato con l’accusa di violenza sessuale di gruppo.
Le accuse riguardano un 19enne e un 20enne, entrambi incensurati, uno dei quali il giorno successivo allo stupro, come se nulla di grave fosse accaduto, ha chiesto alla vittima l’amicizia su Facebook. Probabilmente, spiegano gli inquirenti, per “convincerla che quanto accaduto poche ore prima fosse stato il frutto di un atto consenziente”.
Il gip Vittorio Anania su richiesta del pm, Ennio Petrigni, ha disposto per loro gli arresti domiciliari.
L’episodio contestato risale a due mesi fa dopo una serata in discoteca. La vittima non conosceva i due, con i quali aveva solo scambiato qualche parola, li ha incrociati durante una serata in uno dei più noti locali della città.
Persi di vista i suoi amici e bevuto qualche bicchiere di troppo, la ragazza ha accettato un passaggio dai due indagati che l’hanno condotta in un luogo appartato e nella stessa vettura l’hanno violentata a turno, per poi riportarla a casa.
La ragazza, incapace di raccontare a voce ai genitori quanto le era successo, ha scritto una lettera al padre. Così sono scattate le indagini della sezione Reati sessuali e in danno di minori della Squadra mobile, che hanno permesso di arrivare agli odierni arresti.
L’unica nota positiva in questa storia, oltre all’arresto dei due ragazzi, è stata la giusta richiesta d’aiuto da parte della minorenne al padre. Potrebbe sembrare banale, quasi scontata la sua lettera dove raccontava ciò che aveva subìto, invece è stata una dimostrazione di forza nonostante la giovane età.
Perché è molto più semplice chiudersi in se stessi e cercare di rimuovere i traumi nascondendoli nelle parti più remote del nostro inconscio; più difficile e coraggioso invece è elaborarli e riuscire a chiedere aiuto.