La procura di Grosseto presenta il ricorso al tribunale del riesame di Firenze per ottenere l’arresto dell’ex l’comandante della Costa Concordia per pericolo di fuga.
“Le preoccupazioni sulla fuga di Francesco Schettino che avevamo, erano fondate” a convincere i pm, ha dichiarato il procuratore Maria Navarro, “c’è senza dubbio anche la recente puntata delle Iene”.
Ad inguaiare il comandante della Costa Concordia, infatti, giunge un servizio andato in onda nel corso dell’ultima puntata del noto programma televisivo, nell’ambito del quale le Iene hanno inscenato una finta trattativa con un presunto ‘rappresentante’ di Francesco Schettino per un’ipotetica partecipazione del comandante al reality show ‘Isola dei Famosi’ con una richiesta di 2,5 milioni di euro su un conto estero.
“Lui viene per vincere – afferma il rappresentante – Bisogna capire come fare, perché se li prende sul suo conto, il Tribunale glieli sequestra il giorno stesso… Ci sto ragionando un po’ per vedere di fare una cosa in Brasile”.
La pronta smentita di Schettino che sostiene di non avere mai investito alcun suo ‘rappresentante’ a trattare la sua partecipazione al reality, non è probabilmente bastata a rassicurare la procura, spinta da quelle immagini a presentare ricorso, dopo che al processo i giudici di Grosseto l’hanno respinta ritenendo non provato il pericolo di fuga.
L’ex comandante della Costa Concordia è stato condannato in primo grado a 16 anni di reclusione e 1 mese di arresto, dieci anni in meno di quanto aveva chiesto la procura e niente carcere, perché il collegio non riteneva fondato il pericolo di fuga. In più l’interdizione per 5 anni dalla carica di comandante di nave, per 4 mesi dalla professione di comandante e perpetua dai pubblici uffici.
E “una richiesta basata su un nulla, anzi su una bufala”, dice Donato Laino, uno dei difensori. “E’ gravissimo – sottolinea l’avvocato – che in Italia si faccia giornalismo di questo tipo. O non so come chiamarlo. A novembre scorso si registra un video e non si verifica la fondatezza di quanto affermato e se chi lo ha detto, era nel potere di farlo, ovvero se aveva un mandato. Chi ha parlato nel video, ha detto: ‘Io sto valutando’, non ha specificato che era il comandante. E’ qualcosa di indicibile, contro cui intraprenderemo le azioni legali in tutte le sedi. Resta il fatto – ha aggiunto Laino – che su queste cose non si può scherzare”.
Sul pericolo di fuga rimarcato dalla Procura, Laino ha sottolineato: “Il comandante è nella sua casa, e non ha mai fatto biglietti per la Giamaica o per la Papuasia. Stiamo aspettando la sentenza per mettere a punto il ricorso in Appello”. Il presunto mediatore sarebbe un avvocato che, nei mesi scorsi, ha avuto un ruolo secondario, e comunque senza mandato, nel pool difensivo dell’ex comandante. L’anno scorso, gli avvocati Perrotta e Calabretta, incaricati da Schettino di curare i rapporti con i media e la partecipazione ad eventuali trasmissioni, avevano diffidato i media di avere rapporti con altri ipotetici soggetti, che dichiaravano di rappresentare gli interessi dell’ex comandante della Concordia