30 reti con gli “Allievi” del Sorrento, quando di anni ne aveva soltanto 18. Questo lo score che convinse gli osservatori juventini, consigliati da Ciro Ferrara, a portare nel capoluogo piemontese il torrese Ciro Immobile.
Di anni da quel momento, oggi che il giocatore del Borussia ne compie 25, ne sono passati 7, ma le esperienze messe nel bagaglio dall’attaccante dell’Italia sono veramente tante. Giunse a Torino per giocare con la Primavera della Juventus, con la quale riuscì a vincere durante la prima stagione in bianconero il Torneo Di Viareggio segnando due reti in finale contro i blucerchiati della Samp. Tuttavia si tolse anche la soddisfazione, nella stessa stagione, di esordire con la maglia della prima squadra in Serie A. Era un Juventus-Bologna, finito 4-1 per i padroni di casa. Ciro entrò, nei minuti finali, al posto di una delle più grandi leggende del calcio italiano, Alessandro Del Piero. Probabilmente un segno del destino. La “Coppa Carnevale” divenne, per lui, un vizio e, con una straordinaria tripletta in finale all’Empoli nella stagione successiva, riuscì a bissare il titolo della stagione precedente insieme alla Juve. Furono ben 10 le reti messe a segno nell’arco dell’intera manifestazione nella stagione 2009-2010 che, insieme alle quattro del 2008-2009, lo consegnano alla storia come miglior marcatore della storia della competizione, insieme a Renzo Cappellaro.
Nella stagione 2010-2011, prima viene ceduto in prestito al Siena con cui non riesce a ritagliarsi un po’ di spazio (4 presenze e 1 gol) e, poi, al Grosseto. Con i biancorossi la musica cambia leggermente, in termini di presenze, anche se il bottino di gol finale sarà lo stesso dell’avventura con la maglia senese.
Ma è a Pescara che Ciro Immobile sboccia definitivamente, grazie alla guida di Zeman. Il tecnico boemo costruisce il “Pescara dei sogni”, una squadra che faceva da cornice alle prodezze di Verratti, Insigne e Immobile. I due napoletani, in particolare, mostreranno un’intesa senza eguali. La stagione si chiuderà con il Pescara in Serie A dopo 20 anni dall’ultima apparizione e, soprattutto, con il titolo di capocannoniere del torneo, con ben 28 gol, per Immobile.
Le aspettative per la stagione 2012-2013 sono alte su questo ragazzo. Immobile arriva al Genoa che, nel gennaio del 2012, aveva acquistato una metà del cartellino dalla Juventus, rinnovando la comproprietà in suo favore nell’estate dello stesso anno. In realtà il primo vero anno in A sarà un po’ sottotono per il torrese che arriverà a fine campionato con sole 4 reti messe a segno in 34 presenze.
Così, nella stagione successiva, la Juve risolve in proprio favore la comproprietà e cede metà del cartellino ai rivali cittadini del Toro. E in maglia granata, al fianco di Cerci e sotto la guida saggia ed esperta di Ventura, Immobile rivivrà una seconda gioventù calcistica che lo porterà ad ottenere, a sorpresa, il titolo di capocannoniere della Serie A, davanti a giocatori del calibro di Tevez e Higuain, con ben 22 reti messe a segno. Una stagione stellare che lo porterà anche in Brasile con la maglia della Nazionale Maggiore per il Mondiale dove, però, collezionerà solo due presenze, a causa della breve esperienza di Prandelli e soci in Sudamerica.
In questa stagione sta difendendo i colori del Borussia Dortmund, finalista di Champions nel 2013. Purtroppo la stagione dei gialloneri è una delle più catastrofiche nella storia del club, almeno per il momento. Infatti la squadra allenata da Klopp naviga nei bassifondi della classifica, a sorpresa, in Bundesliga, dove Immobile ha realizzato soltanto tre gol. Vive un momento decisamente più felice in Champions League, con la qualificazione al primo posto nel girone. E anche Immobile è influenzato dal doppio volto del Borussia. Infatti, in 5 presenze in Champions League, ha messo a segno la bellezza di 4 gol. La magia del calcio.