Nei giovani tra i 10 e i 19 anni aumentano le psicopatologie derivanti da abuso di alcool e sostanze stupefacenti. A lanciare l’allarme e’ la Societa’ Italiana di Psicopatologia (SOPSI) che si riunisce a Milano in occasione del Congresso Nazionale, dal 23 al 26 febbraio.
L’abuso di droghe e alcool sta minacciando la salute anche dei più giovani, facciamo riferimento a bimbi che rischiano grossi problemi di salute già a 10 anni, appunto, per droga e bevande ad alta gradazione.
Stress, vulnerabilità e resilienza; “In questi ultimi anni – testimonia lo psichiatra Carlo Altamura, ordinario di Psichiatria all’università degli Studi di Milano e direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Salute mentale della Fondazione Irccs Policlinico del capoluogo lombardo – tra i ragazzi che non hanno ancora compiuto 20 anni, si registra un numero sempre più elevato di domande di aiuto per ansia e disturbi depressivi, spesso accompagnati da eccesso di alcool e droghe. Dobbiamo porre un freno a questa pericolosissima deriva e rinforzare le strategie volte a migliorare la salute e il futuro delle giovani generazioni. E questo può avvenire solo grazie ad assistenza e cure mirate”, avverte.
Viene sottolineato come l’assunzione di droghe, oltre agli effetti immediati, provoca gravi danni al cervello nelle persone predisposte, aumentando fino a cinque volte il rischio di sviluppare gravi malattie psichiatriche, come schizofrenia e disturbo bipolare.
Ad avvalorare l’allarme, anche i numeri che segnalano come l’abuso sia in crescita. Una ricerca che sarà presentata al congresso, condotta su 3011 adolescenti e giovani consta che il 53,6% consuma bevande alcoliche e tra questi, l’89,6% ha avuto comportamenti di binge drinking (ingestione di 5 o più bevande alcoliche in un’unica occasione, almeno una volta a settimana).
Questi dati rappresentano un problema tornato sotto i riflettori anche Oltremanica, per uno studio inglese durato 6 anni che attribuisce un nuovo caso di psicosi su 4 al consumo della cosiddetta ‘skunk‘ o ‘super-cannabis‘, versione potenziata della droga, ad alto contenuto di tetraidrocannabinolo.
Come evidenzia la stessa Organizzazione mondiale della sanità, tra i giovanissimi la prima causa di malattia e disabilità è la depressione. Molte volte estremo epilogo di una grave depressione è invece il suicidio, terza causa di morte tra gli adolescenti.
Dalla ricerca è emerso che quanti fanno uso di cannabis provano allucinazioni visive e rallentamento del tempo, mentre la percezione di spavento viene associata all’interruzione del consumo. Durante il Congresso si parlerà poi della crisi economica globale, che ha diffusamente colpito il Paese (non a caso tra i consumatori abituali troviamo maschi disoccupati), in funzione della Salute Mentale, ma anche di stress, vulnerabilità e capacità di resilienza dell’individuo.
Considerando gli allarmanti risultati della ricerca, ripresi online da vari media britannici, si riapre il dibattito tra sostenitori e oppositori della depenalizzazione. Il segretario di Giustizia Chris Grayling afferma che i nuovi risultati sono un argomento che pesa contro, e anche il liberaldemocratico Norman Baker, ex sottosegretario agli Interni con delega alle politiche sulla droga, fautore del progetto di depenalizzazione della cannabis, riflette sull’opportunità di una nuova classificazione per la skunk.
Alla luce di questi dati dunque, risulta fondamentale la prevenzione, ovvero un doveroso processo informativo preventivo per i più giovani sugli effetti dell’uso di cannabis; doveroso anche per chi già ne fa uso da tempo e non conosce i possibili effetti sulla salute.