Siti dedicati, camgirl certificate e, inevitabilmente, truffatori ben organizzati, che sfruttano la poca dimestichezza con gli strumenti del web di molti italiani per affondare il coltello nella piaga della privacy violata. Le dinamiche della truffa 2.0 sono molto semplici. Si finisce agganciati da una bella ragazza in videochat, spesso di quelle con formula chatroulette che consentono con un click di essere collegati automaticamente con perfetti sconosciuti, pochi secondi di chiacchierata, in cui l’avvenente controparte virtuale si mostra molto disponibile ed ammiccante, e subito la richiesta di scambiare i contatti Skype e Facebook, dove la connessione è più stabile, per proseguire lì il divertimento. Nel momento in cui il contatto finisce nelle mani del truffatore, metà del suo lavoro è stato già fatto. Le vittime sono soprattutto gli adolescenti e i giovani adulti che accedono a internet più frequentemente e si imbattono nei siti di incontri.
Se il contatto fornito è quello Facebook, il mal capitato sta praticamente fornendo il suo archivio personale di contatti, amici, familiari ad un truffatore.
Il giochino si completa in maniera subdola: ove non sia già stato fatto, il truffatore chiede esplicitamente di mostrare il viso e poi il corpo nudo. E mentre si crede di parlare con una ragazza bella e disinibita, in pochi secondi si riceve il link del video alla propria “esibizione”, con la richiesta di ricatto. O si paga, spesso con bonifico su un conto corrente online, la cui facilità di fruizione talvolta consente a molti truffatori di aprirne uno con dati anagrafici falsi, oppure il video finisce sulla propria bacheca Facebook, o diffuso tra i contatti.
L’ultimo caso a Marina di Camerota, nel Cilento, dove un ragazzo, aprendo il proprio profilo facebook, si è trovato davanti un video che lo immortalava mentre faceva sesso in webcam davanti al proprio computer.
Numerosi gli avvertimenti che si leggono in questi giorni sul web: ” non pagare assolutamente la somma che viene chiesta, prendere nota rapidamente di tutti i contatti del ricattatore (magari con uno screenshot del suo profilo) e poi immediatamente bloccarlo, sia da Skype che da Facebook. Nella stragrande maggioranza dei casi il ricatto difficilmente ha un seguito se il truffatore viene bloccato: gli autori della truffa non hanno interesse a perdere tempo a diffondere video di uomini nudi tra i contatti del truffato, ma puntano sulla paura dell’utente inesperto che, non avendo grande dimestichezza con privacy e mezzi di tutela, continuerà a tenere il contatto con la controparte fino a pagare la somma richiesta. Se bloccate, cancellate l’utente ed aumentate i livelli di privacy quasi sicuramente il ricattatore demorderà. In ogni caso provvedete alla segnalazione del profilo utente per truffa.
Nel caso vi sia stato inviato il link YouTube con la vostra performance, procedete immediatamente alla segnalazione del video per contenuti di nudità: YouTube provvederà a rimuoverlo in pochissimo tempo dal suo database. Il video quasi sempre reca nella descrizione o nel titolo il vostro nome e cognome, controllate la privacy del video: se non è pubblico, in alto apparirà la scritta che l’accesso allo stesso è consentito solo a chi ne conosce l’url (nella quasi totalità dei casi è così). Cioè solo a voi e al truffatore.
Buona prassi sarebbe recarvi con urgenza e senza remore presso la Polizia Postale a formalizzare la denuncia. Al massimo beccherete una ramanzina, ma i casi segnalati sul territorio sono molti e la Polizia Postale sa bene come tutelare la vostra privacy.”