La morte di ogni 20enne, ogni morte prematura, ingiusta, crudele, violenta, dettata dalla barbara ferocia di un altro essere umano, assume gli imprescindibili ed incancellabile tratti dell’intollerabilità.
La morte di Aldo Naro, il 25enne siciliano neolaureato in medicina con il massimo dei voti più la lode, rientra di gran lunga in questa categoria e si colloca lungo una rabbiosa ed inaccettabile scia di crudeltà, quella che solo la più banale e futile delle ragioni può designare lungo il suo infimo e beffardo cammino.
Morto al culmine di una lite in discoteca, morto per un cappello da cowboy, morto durante la sera della sua festa, a cavallo tra un passato degno di sacrifici, utili a consentirgli di conseguire l’agognato traguardo e l’alba di un futuro nuovo nel quale prendeva forma, avvolta in un camice bianco, la concreta possibilità di esercitare il lavoro dei sogni.
Chiunque conosceva il giovane di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, è sotto choc.
Aldo viene descritto come un ragazzo responsabile che amava andare in giro per locali e stare con gli amici. Un universitario come tanti altri, senza grilli per la testa e con le idee ben chiare. Qualcuno ha spento i suoi sogni, spezzato le sue speranze. E chi gli voleva bene chiede giustizia.
“Sei stato un angelo nella vita di chiunque ti abbia conosciuto, vorrei esserci io al tuo posto”. Lo ricorda così la sorella minore.
Innumerevoli i messaggi dedicati ad Aldo che incessantemente si susseguono sui social.
“Tutti coloro che hanno conosciuto Aldo – scrive un’amica – non possono che parlarne bene. Un ragazzo che amava studiare, che un giorno avrebbe aiutato il prossimo. Che dispiacere, che dolore indescrivibile”. “Un branco di violenti, – scrive un altro amico – persone che hanno fatto ammalare questa città, sempre più invivibile”.
Rabbia e lacrime, voglia di certezze e desiderio di giustizia.
Quella che doveva essere soltanto una festa in maschera, per Aldo, la sua ragazza e i suoi amici che volevano trascorrere una serata divertente e spensierata per poi tornare a casa.
L’ultimo viaggio di Aldo è invece avvenuto a bordo di un’ambulanza, mentre il sangue delle ferite gli copriva il volto.