San Vendemiano, provincia di Treviso – è questo il luogo dove il 15 Febbraio 2015 si è consumata l’ennesima tragedia che vede protagonista un adolescente, Nicholas, un ragazzo di appena 15 anni, trovato senza vita dal padre all’interno della sua camera da letto.
Si avvicinava l’ora di cena, il padre era andato come di consueto in camera del figlio per chiamarlo ad unirsi al resto della famiglia, ed ecco purtroppo la tragica scoperta. Il ragazzo, che frequentava il primo anno dell’Alberghiero a Vittorio Veneto, si è impiccato con una cintura di stoffa della madre.
L’adolescente, descritto come introverso e amante dei videogiochi, non soffriva di alcuna patologia e non avrebbe lasciato alcun biglietto relativo al suo gesto estremo.
Nonostante i soccorsi siano stati chiamati subito, altro non hanno potuto fare se non constatare il decesso sopraggiunto per asfissia. Sul drammatico episodio stanno svolgendo accertamenti gli investigatori del Commissariato di Conegliano.
Sul posto è giunta anche la polizia ed il medico legale per i primi sommari accertamenti: probabilmente il pubblico ministero Giuseppe Salvo, titolare del fascicolo d’indagine, non disporrà l’autopsia sul corpo dello studente.
Purtroppo, abbiamo letto molte volte notizie del genere; giovani come tanti, quasi sempre descritti come tranquilli, ma che nascondono nel cuore un senso di oppressione psicologica per un mondo “fuori misura”, conviti che la morte li spii ad ogni angolo di strada.
Il suicidio giovanile si conferma in Europa la seconda causa principale di morte tra gli adolescenti e la prima tra i giovani tra i 25 e i 34 anni.
A guidare la triste classifica del suicidio giovanile le nazioni industrializzate, in cui il suicidio arriva ad essere la seconda o la terza causa di morte tra gli adolescenti e i giovani adulti. Non fa eccezione l’Italia, dove ad oggi il suicidio giovanile rappresenta, tra i giovani sotto i 21 anni, la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali, mentre i suicidi adolescenziali costituiscono il 10% dei circa 4000 suicidi totali che si consumano ogni anno.
La stragrande maggioranza è composta da ragazzi che soffrono di gravi malesseri esistenziali.
Nel 2010 sotto i 25 anni (dati Istat 2012) sono 138 i casi di suicidio giovanile accertato: 111 maschi e 27 femmine, con un tasso totale di suicidio del 5,1 su 100mila ragazzi.
Da non sottovalutare anche le motivazioni legate alla crisi economica, oggi il suicidio riguarda anche i giovani, non più adolescenti, che vivono il fatto di non avere serenità ed indipendenza economica con grave frustrazione.
A tal proposito il padre del giovane Nicholas, Christian Piai, lancia un appello ai giovani: «I genitori devono essere il punto di riferimento degli adolescenti. È con loro che devono confidarsi i ragazzi in questa età difficile». Dove Christian Piai, papà di Nicholas, abbia trovato la forza per dire queste parole, non lo sapremo mai, ma le ha dette. Ed è un appello indirizzato ai genitori e ai loro fragili figli.