L’ennesimo, truce episodio di femminicidio è arrivato oggi da Gioia del Colle, in provincia di Bari: un pensionato 65enne ha ucciso sua moglie a picconate.
L’efferato omicidio si è consumato ieri, intorno alle 12.30, in via Adamo 30: i coniugi si erano recati presso l’abitazione di un’anziana zia ricoverata in clinica per mettere ordine e far arieggiare la casa, ma lì avevano iniziato a discutere.
Alla base del litigio ci sarebbe una proprietà di campagna dei due: lei voleva metterla in vendita, lui ristrutturarla. Questa ricostruzione coincide con quanto raccontato dal vicino: “Ho sentito che litigavano. Gridavano. Mi è sembrato che parlassero di case, di proprietà”
La situazione è poi degenerata, forse a causa della natura violenta dell’uomo– che già altre volte aveva aggredito sua moglie, una volta addirittura tirandole contro una bottiglia vuota. Per la 55enne Antonia Cirasola non c’è stato scampo, l’ex tipografo della Gazzetta del Mezzogiorno l’ha colpita alla testa con un piccone.
L’assassino, Pietro De Mattia, ha confessato immediatamente il suo delitto ed è stato portato in caserma dai Carabinieri mentre sulla scena del crimine sono intervenuti gli uomini della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo di Bari per effettuare i primi rilievi.
Gli inquirenti sostengono che si sia trattato di “un omicidio d’impeto”: De Mattia, sotto shock, è stato interrogato ed arrestato ma essendo diabetico è più probabile che venga trasferito in ospedale che in carcere.
L’anno appena iniziato si è già macchiato del sangue di numerose donne, e viene spontaneo interrogarsi su quali siano le cause scatenati di questa escalation di violenza e delitti che sembrano pericolosamente essere all’ordine del giorno: che sia colpa dell’immensa pubblicità che i mass media fanno a questi episodi di cronaca nera? Che sia proprio il quarto potere ad insinuare nelle menti (naturalmente in quelle già deboli e disturbate) che l’uccisione sia una soluzione plausibile ai problemi con la propria partner? O forse, che sia il termine “femminicidio” a sminuire l’atto che è, in tutto e per tutto, un omicidio? O, ancora, i fattori di questa crescente follia assassina devono essere ricercati altrove? Perché, obietteranno molti, le donne sono vittime di aggressioni da molto prima dell’avvento della stampa e della televisione. Ma allora perché questo boom di crudeltà in una società che dovrebbe essere più evoluta e civile?