Venerdì sera, su un treno della Circumvesuviana diretto ad Acerra, si è consumato l’ennesimo ed emblematico episodio, che non narra della “solita” inefficienza da parte della chiacchierata azienda di trasporti, bensì lascia emergere, in tutta la sua sfrontata crudezza, un malcostume e un becero e in nessun modo giustificato libero arbitrio, ampiamente diffuso e praticato da una frangia della popolazione.
Un dipendente dell’azienda è stato aggredito da una donna sprovvista di titolo di viaggio.
L’uomo, insieme ai passeggeri che viaggiano all’interno del convoglio che ha ospitato la disputa, è stato tra i protagonisti di minuti di pura ed assurda follia.
«All’inizio sembrava calma, mi ha detto di non avere il biglietto e mi ha dato il documento di identità per la multa. Poi è andata su tutte le furie: mi ha insultato e mi ha picchiato dandomi schiaffi e pugni in testa». Ha dichiarato il protagonista dell’incresciosa vicenda.
Il capotreno, dopo l’aggressione, allerta la centrale operativa, che in questi casi ha il compito di chiamare le forze dell’ordine. Il treno si ferma e non può ripartire fino all’arrivo di carabinieri o polizia: questo è quanto recita il regolamento.
Nel corso di questa lunga attesa, quindi, la situazione ha avuto tempo e modo di trascendere ulteriormente. La donna inizia a dispensare parolacce e insulti agli altri passeggeri, ad una guardia giurata, ad un altro dipendente della Circumvesuviana. Ne deriva un parapiglia: c’è chi cerca di stemperare gli animi, tentando di calmare la donna e chi, invece, la rimprovera.
In questo frangente, un’altra viaggiatrice, spazientita interviene: ne deriva un’altra rissa violentissima, le due donne vengono alle mani e gli altri passeggeri faticano a dividerle. La guardia giurata cerca di calmare tutti, ma regnano confusione e caos.
Il capotreno, nonostante lo stato di shock consequenziale all’accaduto, ha continuato il turno di servizio. Una volta giunto al capolinea di Porta Nolana, ha deciso di ripartire anche per Sorrento. Al ritorno da quella tratta, terminata senza cadere in ulteriori incresciosi incidenti, a turno ultimato, l’uomo lamentava ancora forti dolori alla testa e tachicardia e ha quindi deciso di ricorrere alle cure dei medici all’ospedale “San Paolo” di Napoli.
Un episodio triste e vergognoso che sottolinea, ancora una volta, lo stato di degrado ed abbandono che viaggia lungo quei consumati binari. I lavoratori ed i viaggiatori sono abbandonati alla mercé di delinquenti e di treni che non sono affidabili, nella totale assenza di tutela per i viaggiatori, ma ancor più per chi opera e lavora per garantire sicurezza e rispetto delle regole.
E pesare che acquistare ed obliterare regolarmente il titolo di viaggio dovrebbe rappresentare il primordiale e basilare tassello dal quale ripartire per imporre civiltà ed auspicare il ripristino dell’efficienza dei trasporti.