Ernesto Biancolino, un uomo di 34 anni, marito e padre di un bambino di 7 anni, accusava dolori in tutto il corpo, dopo una visita dal medico di base, la mattina del 2 febbraio scorso, nell’ambito della quale gli era stata diagnosticata un’influenza accompagnata da una leggera bronchite e gli erano stati prescritti alcuni farmaci, nelle ore successive è stato colto da un malore e verso le 22 venne accompagnato all’ospedale «S. Giovanni Bosco» da un’ambulanza del 118.
E, da quella sera, non ha fatto e non farà mai più ritorno a casa.
Secondo quanto denunciato dal padre, Ernesto ha trascorso quella notte su una barella accanto ad una finestra rotta, dalla quale entravano pioggia e vento, tamponata grossolanamente da alcuni cartoni.
La mattina del 3 febbraio, il padre di Biancolino ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. L’uomo ha riferito alla polizia intervenuta sul posto che la vittima aveva un braccio congelato e pertanto il 34enne era stato spostato dietro una parete divisoria. Il giorno seguente, dopo le insistenze dei familiari, Ernesto è stato trasferito in rianimazione, dove è morto ieri mattina.
I medici individuano le cause della morte nello stato di compromissione in cui imperversavano i polmoni quando l’uomo è sopraggiunto in ospedale.
Secondo i genitori, si tratta di una morte per congelamento conseguenziale alla notte trascorsa immobile, sotto la finestra rotta e coperta in maniera bonaria ed approssimativa solo da alcuni cartoni, mentre il condizionatore d’aria dell’ospedale, fuori uso, emetteva aria fredda.
I legali della famiglia di Ernesto Biancolino, avvocati Angelo e Sergio Pisani hanno chiesto il sequestro della cartella clinica del 34enne, che è stato già eseguito dalla polizia, e l’esecuzione dell’autopsia. La salma del 34 enne, è stata trasferita all’ obitorio del Policlinico della Federico II in attesa delle disposizioni della magistratura.
Inoltre, anche un filmato girato dai genitori di Ernesto Biancolino che documenterebbe le condizioni di ricovero del figlio è stato consegnato agli inquirenti.
Il nosocomio che ha accolto questa vicenda ancora tutta da chiarire è una delle tante strutture ospedaliere messe a dura prova dalle piogge insistenti e dalle temperature rigide che imperversano da mesi sulla città.
Piove in ospedale e sui pazienti, urgono lavori di impermeabilizzazione del tetto che tardano ad essere prontamente attuati.
Pazienti ricoverati sulle barelle in condizioni che violano i più basilari e dignitosi diritti umani e d’assistenza sanitaria. Pazienti trasportati da un ospedale all’altro, per arginare il deficit di posti letto, per cercare di tamponare un’emergenza sanitaria che impone provvedimenti più celeri e risolutivi.