L’ennesimo omicidio-suicidio a sfondo passionale squarcia la più confacente serenità riconducibile alla domenica mattina.
Una domenica tutt’altro che usuale è quella che per l’appunto si è consumata al Club Fiore, impianto sportivo di Campigliano, frazione di Giffoni Valle Piana, a pochi chilometri di distanza da Salerno. È lì che si è consumata l’ultima lite tra il 35enne Salvatore Varavallo e la sua ex moglie, Giustina Copertino, 29 anni, entrambi originari di Caserta.
L’uomo era partito stamani da Sant’Arpino, l’uomo per raggiungere la sua ex, con la quale era in procinto di separazione.
Lui, un muratore occasionale, lei una casalinga, un figlio, un matrimonio al capolinea. Uno scenario che la cronaca contemporanea fin troppo spesso delinea come quello “ideale” all’interno del quale ricondurre tragiche storie di sangue, spari e morte.
Una lite violenta, poi l’uomo, armato di pistola, ha sparato alla donna con l’intenzione di ucciderla. Subito dopo si è sparato un colpo alla testa. L’uomo, al carico del quale non risultano precedenti penali, ha sparato con una pistola calibro 9×21, con la matricola abrasa. Stamane Varavallo è arrivato al club sportivo di Giffoni, dove il figlio della coppia era impegnato in una gara di nuoto. Prima ha esploso alcuni colpi contro la Bmw del suocero, che non era nella vettura. Poi ha chiamato la moglie, le ha intimato di uscire fuori e le ha sparato contro 5 colpi di pistola.
Poi si è recato sul piazzale del club Fiore e ha sparato cinque volte contro l’auto della donna.
Infine è tornato accanto al corpo esanime della moglie e le ha esploso contro altri due proiettili, a bruciapelo, per infliggerle il colpo di grazia. Nei successivi momenti di paura e concitazione, un uomo uscito all’esterno del club e gli ha gridato di abbassare l’arma. Lui, di tutta risposta, se l’è puntata alla tempia e, dopo due tentativi andati a vuoto, ha esploso il colpo del suicidio.
Entrambi sono stati ricoverati in condizioni gravissime all’ospedale di Salerno, dove sono poi deceduti.
Una storia che racconta di concitati attimi di follia e che soprattutto consegna una delle maschere più feroci che può assumere “l’amore”.