KIEV- Dopo l’ultimo attacco dei separatisti filorussi a Mariupol il 24 gennaio con bilancio di 30 morti (tra i quali un bambino di cinque anni e altri sette minorenni) e 93 feriti, le reazioni del Parlamento di Kiev sono state repentine.
Il “Rada” ha infatti riconosciuto la Russia come stato aggressore e le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk come “organizzazioni terroristiche”.
E c’è di più: l’organo legislativo di Kiev ha chiesto ai partner internazionali dell’Ucraina di non lasciare impuniti i colpevoli dei crimini condotti contro l’umanità.
L’Onu, tramite il capo degli affari politici Jeffrey Feltman, conferma il suo appoggio: gli attacchi a Mariupol sono attacchi contro i civili e potrebbero davvero costituire “crimini di guerra” in violazione dei diritti umani.
Sul fronte Ue, i leader sono “preoccupati per il deterioramento della situazione” e stanno valutando ulteriori sanzioni nei confronti della Russia, rimandando una decisione definitiva al riguardo al prossimo Consiglio degli Affari esteri europeo, che dovrebbe tenersi domani.
Mosca parla di accuse “deliranti” e il conflitto non trova ancora speranza di risoluzione. L’interesse delle organizzazioni internazionali è notevole: si continua ad intimare alla Russia di cessare i finanziamenti militari ai separatisti. Nel frattempo, però, i civili continuano a perdere la vita in un conflitto la cui logica non si presta a facili interpretazioni.