Era in servizio a Gela (Caltanissetta, Sicilia) Giona Della Ragione, 49 anni, di Napoli, quando è stato ammanettato dai colleghi siciliani, dopo essere stato accusato di truffa. Della Ragione, appartenente alla squadra nautica di Napoli, è stato colto in flagranza di reato dai poliziotti gelesi, mentre pagava una moto d’ acqua con assegni circolari non autentici. Si pensa che l’ imbeccata sia arrivata dal truffato stesso, il quale, insospettito dalla dinamica della trattativa, si è rivolto alla Polizia giudiziaria di Gela, facendo riferimento ad un “anonimo acquirente napoletano”.
In effetti, era da tempo che alcune truffe nella città in questione avvenivano con lo stesso iter e nelle stesse modalità; pertanto la polizia giudiziaria ha deciso di andare fino in fondo alla segnalazione del cittadino gelese, fino a trovarsi al cospetto di Della Ragione, il quale, è stato fermato proprio alla guida del furgone con il quale avrebbe trasportato la moto d’ acqua; il mezzo nautico, appena “estorto” al truffato, era stato pagato con due assegni dal valore complessivo di 8.200,00 euro.
Condotto al commissariato, il poliziotto partenopeo, oltre agli assegni non autentici, presentava lo stesso contratto di compra-vendita privo di valore.
E solo ad allora, nella sede del commissariato di polizia di Gela, le forza dell’ ordine, hanno scoperto di aver a che fare con un collega.
Giona Della Ragione è stato, così, condotto nel carcere di Gela, accusato di truffa; ed ora è a disposizione del P.m. di turno.
I quotidiani siciliani parlano di “poliziotto infedele” e di “truffatore in trasferta da Napoli”, poiché molti indizi lascerebbero pensare che la truffa sventata non è un caso isolato, e, pertanto, la posizione di Della Ragione deve essere chiarita.
I titoli dei giornali e l’ opinione pubblica sono, entrambi, comprensibilmente “forti” in circostanze come questa, poiché si sta parlando di una delle città meridionali più colpita dall’ attività mafiosa. E, nella quale, spesso, il confine tra Mafia e Legalità si confonde, si annulla, diviene chimera di un sud carnefice di sé stesso.
E’ ancora recente, infatti, per la città di Gela la brusca esperienza con le forze dell’ ordine implicate nel malaffare: proprio a maggio scorso, infatti, ci furono quattro arresti considerevoli, rispettivamente di due marescialli dell’ arma dei Carabinieri e due carabinieri semplici. Tuttavia, allora, si è parlato nello specifico di “sodalizio criminoso”, trattandosi di piena integrazione nei processi mafiosi. Dal racket, alla corruzione, fino ad arrivare all’estorsione. Nulla a che vedere con una truffa da moto d’ acqua.
Della Ragione, al cospetto, appare come un ladro di polli.
Ma Della Ragione, rappresenta anche la Legalità. La protezione. E’ un poliziotto dello Stato italiano.E Questo accaduto, assieme a molti altri, ognuno di natura e gravità differenti, diventano tutti motivo e simbolo di uno sconforto collettivo; di una disillusione sociale per quanto concerne l’ idea di tutela della giustizia.
Uno dei rapporti della Relazione semestrale della Direzione Investigativa Nazionale Antimafia, in relazione alla sicilia, riguarda proprio Gela, nella quale, si registra una fortissima presenza delle “famiglie” al comando delle consorterie criminali.
A Gela si incontrano Cosa Nostra e la Stidda, le quali hanno siglato un patto di sangue, e la conseguente unione in tutte le attività di malaffare, le quali, da anni, non si limitano all’ usura e all’ estorsione, ma comprendono l’ intero traffico e spaccio di stupefacenti.
Tuttavia, la presa di coscienza cittadina e l’ impegno civico degli ultimi tempi, stanno mettendo in luce l’ insofferenza del popolo alla radicata presenza mafiosa; E quell’ immobilismo sociale, che non sapeva opporsi ai forti poteri malavitosi è stato sostituito dalla “voce” cittadina e da un energico associazionismo.
Un’ importantissima azione di Polizia, infatti, è stata effettuata proprio nel 2014, dalle forza di Polizia di Caltanisetta e Niscemi; le due squadre, hanno lavorato in stretta collaborazione, arrivando all’ arresto di centralissime figure mafiose, appartenenti a famiglie storiche del luogo.
Tuttavia, è la sinergia tra le forze sociali a produrre cambiamenti. Le forze dell’ ordine senza il “popolo” diventano guerrieri privi di armi; e viceversa. Per questa ragione è fondamentale “credere” nel patto di fiducia. E’ necessario che i cittadini vedano negli organi dello Stato i difensori della legalità. E’ necessario che vedano una relazione di rispetto ed alleanza civica.
Spesso, proprio la creazione dei rapporti di fiducia rappresentano l’ emancipazione a noi stessi.