Per comprendere quanto sia frequente imbattersi in notizie come quella che state per apprendere, basta compiere un esercizio semplice ed essenziale: inserire come parole chiave, all’interno di qualsiasi motore di ricerca, la dicitura: “suicidio uxoricidio guardia giurata”.
Il risultato partorito dalla suddetta ricerca è una caterva di notizie che raccontano morti.
Brutali, illogiche, esasperate, agghiaccianti, disperate, atroci.
Una tendenza supportata ed avvalorata da fior fiori di teorie e congetture procreate da psicologi e strizzacervelli, navigati ed esperti, come se esistesse un corso di laurea capace di consegnare la qualifica necessaria per suffragare la morte.
Un uomo, Antonio Riccardo, 55 anni, ancora una volta una guardia giurata e sua moglie, Annamaria Capuano, 49 anni. I due avevano una figlia di 15 anni. L’uomo è morto con un proiettile conficcato alla tempia, mentre la donna è stata raggiunta da un colpo d’arma da fuoco alla nuca.
La donna è giunta cadavere all’ospedale, mentre il marito è stato trovato morto, all’interno della sua auto, al parco Giovanna in via Nazario Sauro a Giugliano. Al vaglio degli inquirenti diverse ipotesi, tuttavia, quella apparsa fin da subito la pista più plausibile è quella che riconduce all’omicidio-suicidio.
Ad avvalorare quest’ultima tesi concorre anche un biglietto che l’uomo avrebbe lasciato nell’auto, dove sarebbe avvenuto il massacro della coppia.
Un matrimonio giunto al capolinea, secondo quanto riferito dai vicini. La moglie chiedeva la separazione. L’uomo non voleva e non sapeva accettare la fine della loro favola d’amore. Non ha voluto e non ha saputo accettarlo. E ha così decido di tramutarla in un eterno incubo.
A rinvenire i due corpi è stato un’agente della polizia, residente all’interno dello stesso parco e che, rincasando, ha notato il corpo della donna, all’interno dell’auto, ancora agonizzante, mentre accanto a lei giaceva il corpo senza vita dell’uomo che tra le mani stringeva una ceppa di capelli. Segnale emblematico della lite sfociata in tragedia.
Antonio e Annamaria: un altro link che infoltisce quella cascata di strazianti storie di morte che franano addosso con un semplice click.