“Via la Gori dai nostri territori”: questo uno dei tanti striscioni che meglio rappresentano il motivo della protesta di ieri mattina a Napoli.
Da piazza Borsa e piazza Matteotti nel centro di Napoli fino a palazzo Santa Lucia, sede della presidenza della giunta regionale, alcune migliaia di persone tra semplici cittadini, sindaci, assessori e comitati hanno sfilato per ribadire il concetto che già il risultato di un referendum aveva stabilito che l’acqua restasse pubblica, mentre invece la società a prevalente capitale pubblico che si occupa del servizio idrico in settanta comuni tra le province di Napoli e Salerno, la Gori (Gestione Ottimale Risorse Idriche), continua ad imporre bollette pazze da cinquecento euro a famiglia.
La più grande manifestazione per l’acqua pubblica nel sud Italia degli ultimi dieci anni, attraverso i mezzi pacifici ma decisi di bandierine con la scritta “Gori” e il segnale di divieto, ha chiesto alla regione di prendere provvedimenti immediati contro questa società.
Il corteo era capeggiato da padre Alex Zanotelli, un missionario comboniano che si è sempre battuto per la gestione pubblica della risorsa idrica.
Altre personalità di spicco presenti erano: il sindaco di Roccapiemonte (SA) Andrea Pascarelli, il vicepresidente della Camera dei deputati e membro del Movimento cinque stelle Luigi di Maio, Peppe de Cristofaro, il sindaco di Castellammare Nicola Cuomo, il presidente della provincia di Salerno Giuseppe Canfora, l’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino, l’avvocato e neopresidente di Abc (Acqua Bene Comune) Maurizio Montalto e altri sindaci del territorio salernitano e napoletano.
Il presidente di Federconsumatori Campania, Rosario Stornaiuolo, ha dichiarato: <<Abbiamo anche depositato una serie di denunce alla magistratura penale. L’esempio di Napoli è l’esempio virtuoso, l’esempio di una gestione totalmente pubblica a cui si contrappone quello della Gori, cioè di una gestione sostanzialmente privatizzata e fallimentare poiché inefficiente: è assolutamente necessario che venga applicato l’esito del referendum sull’acqua pubblica, del tutto ignorato dalle istituzioni>>.