Lo scorso giovedì sera si è verificata l’ennesima pioggia di sassi contro uno degli autobus in transito su viale Traiano, quando era quasi giunto al capolinea di largo Giustiniano. È l’autobus C32 ad essere preso di mira da alcuni balordi, causando la rottura di un vetro laterale.
A denunciarlo è l’autista che quella sera era alla guida del mezzo: “Per fortuna, si sono registrati solo danni a cose, ma lavoriamo in balia degli eventi e solo per pura casualità non si sono ancora verificati feriti. E, allora, mi chiedo e vi chiedo: perché deve scapparci il morto per prendere provvedimenti? Perché non si può mai intervenire prima per sventare il pericolo?”
La denuncia si aggiunge ed amplifica l’ampia protesta pervenuta, ancora una volta alla nostra redazione, dallo stesso autista dell’Anm che lo scorso 27 dicembre denunciò episodi di analoga ed indomabile inciviltà.
E c’è dell’altro.
Secondo quanto riferito dall’uomo, qualche giorno prima, un individuo si è piazzato davanti al bus guidato da un suo collega ed ha preteso che l’autobus accompagnasse a casa una sua amica, minacciando ferocemente l’autista, assicurandogli che in caso di rifiuto “avrebbe passato un brutto guaio”.
Ed, ovviamente, regnano allarmismo, esasperazione, frustrazione e preoccupazione tra gli impotenti conducenti, costretti anche a subire le lamentele degli utenti che vorrebbero “viaggiare sicuri e al sicuro“ da qualsivoglia turbativa e calamità. Eppure loro, gli autisti dei mezzi di trasporto, non dispongono di alcun potere o autorità in materia, anzi, subiscono in prima persona angherie, malefatte ed irruenza della parte incivile della popolazione.
“Lavoriamo in condizioni che generano ansia e stress, soprattutto quando ci sfrecciano contro motorini che trasportano tre passeggeri rigorosamente senza casco, perché sappiamo che, nonostante la loro guida scellerata, se dovesse malauguratamente verificarsi un incidente, rischieremmo il linciaggio.”
Una situazione che diventa invivibile di notte e che raggiunge l’apoteosi nel week-end, quando per ammazzare la noia o semplicemente per disseminare un po’ di “sano terrore” le baby gang si divertono a lanciare massicci sassi contro i vetri degli autobus.
Provocando, fin qui, lo ribadiamo, solo danni a cose, ma laddove il folle delirio di uno di quei massi si arresterà contro un cranio, un volto o un torace di chi sarà la responsabilità/colpa?
Attendere una risposta, materiale e non verbale, da parte delle autorità competenti, a questo punto, appare lecito e doveroso.