I dati parlano chiaro: le cifre delle vittime del fumo sono allarmanti.
Ogni anno in Italia sono circa 70.000 le persone che muoiono per malattie correlate al fumo e ciononostante sembra che l’età della prima sigaretta si sia ulteriormente abbassata intorno agli undici anni. Di fronte a questa tendenza, l’obiettivo del ministro della Salute Beatrice Lorenzin non può che acquistare forza.
Il decreto al quale sta lavorando, infatti, vieterebbe di fumare in auto in presenza di minori, essendo ormai chiaro quanto sia pericoloso il fumo passivo soprattutto tra i giovanissimi. E’ proprio a tutela di quest’ultimi che la Lorenzin ha già intrapreso misure restrittive per quanto riguarda il fumo negli istituti scolastici e negli ospedali, oltre a diverse campagne di prevenzione contro il tabagismo. Il ministro punta inoltre sul piano culturale, attaccando ogni forma di pubblicità occulta che indirizzi i giovani verso il consumo di tabacco e l’abuso di alcool. E’ importante, a tal fine, incidere sulla sfera morale di chi è nella fase della sperimentazione e della ancora non completa presa di coscienza di sè e del mondo che lo circonda.
Sappiamo bene che l’adolescenza è un periodo molto delicato, la cui evoluzione incide sull’“adulto del domani“, così come non è difficile immaginare quanto, un ragazzo tra i 12 e i 18 anni, possa essere attratto da ogni forma di nuova esperienza e trasgressione. Inoltre, il gruppo è di forte impatto sulla personalità di un individuo facilmente condizionabile. E’ per questo che alcuni comportamenti, primo fra tutti il consumo di tabacco, alcool o sostanze stupefacenti, spesso hanno luogo per imitazione o omologazione, per sentirsi parte del branco, in nome di un senso di appartenenza che magari gli adolescenti non avvertono, ma che desiderano ardentemente, perché il gruppo crea e definisce un’identità di cui sentono di avere bisogno.
L’imperativo a questa età è dire di si a tutto. La prima volta, il primo approccio a tutto ciò che è nuovo, non è più il traguardo, ma lo start della corsa e il “mai prima d’ora” è una macchia da lavare via quanto prima, in questa corsa sempre più rapida all’indipendenza e verso la libertà sfrenata. E’ facile, allora, lasciarsi coinvolgere e prendere un po’ di tutto dal mucchio delle nuove opportunità, senza guardare, senza davvero rifletterci.
Perché è di moda, perché da un’aria da duro, per gioco o per sfizio, il problema è che sembra non bastare il divieto d’acquisto di tabacco da parte di minori, ma il ministro non demorde e porta avanti il suo progetto. Progetto che il Codacons accoglie con un sospiro di sollievo e tanta impazienza: “Finalmente qualcosa si muove sul fronte della lotta al fumo”. Fumare una sigaretta in auto equivale a trasformare l’abitacolo in una camera a gas, aumentando esponenzialmente il livello di polveri sottili nell’aria. Tuttavia, come sottolinea il presidente del Codacons Rienzi, non basta che il divieto entri in vigore, occorre che vengano introdotti severi controlli sulle strade, per accertarsi che questo sia realmente osservato o equivarrà a non aver fatto niente per la salute dei cittadini.
Il rischio poi sembra estendersi se consideriamo che il 15% degli incidenti automobilisti dovuti a distrazione è riconducibile a conducenti che fumano in auto. Da qualsiasi prospettiva lo si voglia guardare, il fumo risulta essere un danno per l’intera comunità.