San Nicola la Strada, viale Carlo III: l’arteria che conduce verso Caserta è stata bloccata in entrambi i sensi di marcia da una sessantina di immigrati.
Si tratta di alcuni dei centoventi richiedenti asilo giunti in Italia attraverso gli sbarchi tra l’estate e l’autunno 2014, per i quali la cooperativa sociale New Family di Poggiomarino (NA), che lavora per conto della prefettura di Caserta, ha individuato come struttura di assistenza l’Hotel City (ex Serenella), davanti a cui è avvenuta la protesta lo scorso lunedì.
Questi uomini hanno disposto delle sedie per deviare il traffico, gestito in tranquillità da carabinieri e polizia delle stazioni di Marcianise e dagli agenti della Digos fino a quando qualche automobilista non ha cercato di forzare il blocco, creando qualche tensione.
I protestanti richiedono una maggiore assistenza medica e che la salma di un amico del Gambia deceduto per cause naturali qualche giorno fa, e che si trova già da un po’ nell’obitorio dell’ospedale di Caserta, venga rimpatriata.
I costi di quest’ospitalità, che comprende vitto, vestiario e altri servizi di prima necessità, ammontano a trenta euro, di cui due euro e cinquanta centesimi al giorno per permettere ai rifugiati politici di effettuare una ricarica telefonica.
E’ già la terza volta in pochi mesi che Caserta vede gli immigrati in strada, ma la prima dal 2015. Le precedenti proteste erano spinte dai ritardi che si accumulavano nella corresponsione della diaria da parte dello Stato, dai ritardi nella distribuzione della piccola somma di due euro e cinquanta, dalle condizioni in cui erano ospitati nell’albergo.
E’ intervenuto in merito Gimmi Cangiano, membro dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia: <<Già è difficile concepire, in uno stato di recessione economica così profondo, che cittadini extracomunitari, e spesso senza nemmeno il permesso di soggiorno, ricevano un compenso giornaliero per “villeggiare” presso le nostre strutture alberghiere, mentre molti di noi spaccano l’euro per far quadrare i conti ed arrivare a fine mese. E’ ancora più difficile, forse, tollerare questa situazione dopo le recenti notizie portate alla luce dallo scandalo di “Mafia capitale” circa il business economico che ha praticamente aperto le porte della nostra nazione a migliaia e migliaia di immigrati, molti dei quali, è inutile nasconderlo, sostenitori della causa jihadista e terrorista. Ma, addirittura, essere praticamente prigionieri in casa nostra non è più nemmeno immaginabile. Svegliarsi all’alba, prepararsi per andare a lavoro e trovare poi la strada sbarrata da chi protesta per veder retribuito il proprio “dolce far niente” è uno schiaffo, l’ennesimo, alla nostra dignità di cittadini italiani>>.