Al cospetto di vicende di rilevante e complessa portata, quali il terrorismo e il fondamentalismo islamico, spesso, principalmente spinti da un atteggiamento di comoda e sbrigativa chiusura, tendiamo ad allontanare da noi queste realtà, proiettandole in una collocazione spazio-temporale incapace di contaminare e ledere l’ordinario scorrere e trascorrere della quotidianità, della nostra quotidianità.
Quanto accaduto a Parigi, di per sé, dovrebbe far scricchiolare questa mera convinzione e soprattutto, se questa teoria troverebbe tangibile ed effettivo riscontro nella realtà terrena, una donna di 27 anni, originaria di Torre del Greco, non avrebbe ragione di ritrovarsi tra i foreign fighters partiti per andare a combattere a fianco dei gruppi fondamentalisti islamici, tra cui l’Isis, tra l’Iraq e la Siria.
La notizia è stata riportata da alcuni quotidiani e ha trovato conferma in ambienti investigativi.
Si tratta di Maria Giulia S., la donna, originaria di Torre del Greco, ma trasferitasi con la famiglia ad Inzago, in provincia di Milano, dopo un percorso di radicalizzazione ha cambiato il suo nome in Fatima, si è convertita all’Islam, ha sposato un marocchino e ha iniziato ad indossare il niqab, ossia il velo integrale, assumendo posizioni, ideologie ed intenzioni sempre più radicali.
Ad onor del vero, nei mesi antecedenti, la donna sarebbe partita da Roma con un aereo diretto verso Istanbul per poi attraversare il confine turco e raggiungere la Siria per combattere a fianco degli integralisti del cosiddetto Stato Islamico.
Una storia che racconta una realtà diversa e che rende più facile comprendere quanto sottile e precaria sia la labile linea immaginaria che delimita “questi due mondi.”