È una ruota che gira, sempre nello stesso verso e per indurre le storie che ne rimangono imbrigliate a sfociare in quell’unico e scontato epilogo.
La tragedia – l’assedio dei media e dell’opinione pubblica – la solitudine.
Questo il corso naturale al quale va incontro una notizia che desta scalpore.
Ed è quanto chiaramente traspare dallo sfogo avvenuto pubblicamente da parte della madre del piccolo Vincenzo, il 14enne seviziato con un compressore in un autolavaggio di Pianura, appena qualche mese fa.
Due, tre o quattro mesi non fa differenza: da quando la vicenda ha smesso di fare notizia, il tempo ha assunto tutt’altra, ben diversa è più amara percezione per Vincenzo e per la sua famiglia.
«Dal mio quartiere mi sarei aspettata più solidarietà, ma soprattutto dalle associazione territoriali e dalla chiesa, e quando dico solidarietà non parlo in termini economici, ma la stessa che ho ricevuto invece dal resto dell’Italia, sia persone fisiche, associazioni e istituzioni. Spero che quello che accaduto a mio figlio Vincenzo, non capiti a nessuno perché quello che ha passato e quello che stiamo passando noi, si può definire con solo queste parole ‘l’inferno sulla terra’. Il 2014 per la mia famiglia ma soprattutto per mio figlio, è stato un anno terribile, difficile da dimenticare, anche perché Vincenzo dovrà ritornare in ospedale per la ricostruzione del colon , ma soprattutto per abbandonare definitivamente quella borsetta che tutt’oggi è ancora insieme a lui».
Attraverso questo messaggio pubblicato su Facebook, la mamma di Vincenzo esterna la sua rabbiosa denuncia a base di abbandono, indifferenza, solitudine e dolore cieco e disperato.
Il dramma della famiglia, dunque, non è ancora finito e il percorso per tornare a una vita “normale” è ancora lungo.
La donna, però, ringrazia anche le associazioni e le realtà che hanno saputo e voluto distinguersi, non facendo mancare alla sua famiglia sostegno, solidarietà e sorrisi: l’equipe dell’ospedale San Paolo di Fuorigrotta, l’associazione “Ciro vive” della mamma di Ciro Esposito, Antonella Leardi, il colonnello dei carabinieri Antonio del Monaco, l’associazione di Don Luigi Merola “‘A “Voce de’ Creature”, l’assessore regionale all’assistenza sociale Bianca D’Angelo, l’“Associazione di Promozione Sociale” e molti altri.
Una magra consolazione che rende il silenzio meno fragoroso e l’amarezza leggermente più dolce.