“Ai coraggiosi amici del Club Napoli Cercola con affetto e tanta antijuventinità”.
Questa è la dedica affissa su una delle pareti della sede del club azzurro cercolese che porta la firma di Carlo Alvino. Parole riconducibili al giorno in cui il giornalista fu ospitato, proprio in quella stessa sede, allorquando gli venne consegnata una targa e fu nominato Presidente onorario del club.
Intorno a quella dedica, oggi, si raggruppano delusione e rammarico, non solo per le dichiarazioni tutt’altro che felici esternate dallo stesso Alvino, nel corso della sua trasmissione in diretta su Radio Kiss Kiss Napoli, dello scorso 24 dicembre, ma, ancora di più, per l’inspiegabile silenzio nel quale si è rifugiato.
Nessuna replica, nessuna smentita, nessun messaggio volto a risanare l’acredine e la delusione inevitabilmente sorte tra i membri di quel club, ai quali aveva garantito il suo supporto, ma sentimenti affini aleggiano anche tra le file bianconere del paese, senza tralasciare la “parte neutra” della cittadinanza che si è sentita offesa in maniera tanto gratuita quanto illogica.
Perché è bene ricordarlo: è un discorso che esula dal contesto strettamente calcistico ed abbraccia l’orgoglio e la reputazione di un intero popolo.
Cercola ha atteso che sulle tavole cessassero di scorrere piatti dai quali trasudavano capitoni, baccalà, mustacciuoli e struffoli e finanche il sopraggiungere della Befana, per poi esternare pubblicamente il suo pensiero in merito alle affermazioni di Alvino, non per menefreghismo né perché ha preferito “non farsi guastare la festa”, ma, solo ed esclusivamente, per concedere al Presidente onorario del Club Napoli Sezione Cercola l’arco di tempo utile per formulare le proprie scuse o quantomeno per esprimersi in merito all’increscioso accaduto.
Così non è stato ed è intenzione dell’intera comunità far sì che l’accaduto non scivoli nel prevedibile e tutt’altro che edificante baratro del dimenticatoio, ma che piuttosto quest’episodio, l’ennesimo di una lunga serie volti ad alterare equilibri e credibilità di un paese animato, invece, da un elevatissimo tasso di civiltà, funga da punto di non ritorno utile a generare chiarezza nell’immaginario collettivo in merito all’effettiva realtà dei fatti.
“In noi vive un profondo senso di rammarico, perché simili dichiarazioni altro non fanno che fomentare un odio immotivato verso Cercola, solo perché è il paese che ospita la sede di un Club juventino. E ci tengo a precisare che Cercola è solo la sede fisica del club, nel quale convergono i tifosi bianconeri provenienti da altri comuni campani e anche da altre regioni. I tifosi juventini cercolesi ammontano in totale ad una dozzina: esattamente lo stesso numero rilevabile nei Quartieri e nelle altre realtà di Napoli. Cercola è prettamente azzurra e la nostra presenza lo sottolinea. La nostra concezione di tifo trova la più tangibile espressione nelle varie iniziative di cui ci siamo resi autori. Una su tutte: all’incirca un mese fa abbiamo ospitato la signora Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, per farle sentire la nostra vicinanza e per unirci al suo appello contro ogni forma di violenza.” Con queste parole, Salvatore Fiorenza, il Presidente del Club Napoli Sezione Cercola, esterna il rammarico della copiosa rappresentanza azzurra presente sul territorio.
Sulla stessa lunghezza d’onda si proiettano anche le dichiarazioni del sindaco di Cercola, Vincenzo Fiengo: “In merito alle esternazioni del Sign. Alvino, viene spontaneo ricordare che Cercola è una realtà dell’hinterland napoletano, collegata a Napoli, che funge da cerniera tra il capoluogo e il Vesuvio, i cui centri d’interesse sono proiettati su Napoli. È un comune che vanta una propria identità, oltre a un ragguardevole patrimonio artistico e culturale, tanto da essere oggetto, di recente, di un report andato in onda su Raitre. In veste di primo cittadino, sento di poter affermare che non siamo spettatori, ma protagonisti di questa grande città. Esiste un Club Napoli che ulteriormente rimarca questo profondo senso d’appartenenza e che annovera numerosissimi tifosi, tra cui anche il sottoscritto. Il rapporto con la porzione bianconera della cittadinanza è sempre stato vissuto con sana passione, nel rispetto dei valori etici della lealtà sportiva, così come dovrebbe sempre essere, ma come raramente accade, a ridosso degli stadi italiani. In tal senso, Cercola non è un paese da schernire, ma piuttosto un esempio da applaudire e al quale ispirarsi per sradicare quei valori che stanno avvelenando il calcio. In tale prospettiva, non posso che sperare che quella di domenica al San Paolo possa essere solo una festa sportiva e che vinca il migliore: il Napoli! Infine invito il Sign. Alvino ad esternare un chiaro segnale distensivo o quantomeno una rettifica.”
In virtù di quanto fin qui dichiarato, quindi, chiedo al Sign. Alvino di rendere pubblica la registrazione della trasmissione che sostiene essere al vaglio dei suoi legali, che include le dichiarazioni da me citate e che a supporto delle quali sono fin qui giunti alla mia redazione innumerevoli messaggi di radioascoltatori che confermano la veridicità delle esternazioni stesse.
Diversamente, laddove non dovesse giungere una sua replica, non alla sottoscritta, ma alle parti sopracitate che si sono parimenti sentite oltraggiate dalle sue affermazioni, mi vedrò costretta a chiedere una copia della suddetta registrazione direttamente a Radio Kiss Kiss Napoli.
L’unico intento che la cittadinanza cercolese si ripropone di perseguire è l’abbattimento di falsate ideologie e di luoghi comuni sterili, stolti e capaci solo di ostruire l’evoluzione, umana e civile, della società.
Se vorrà darci una mano nel diffondere questo messaggio di pace e civiltà, saremo ben lieti di accoglierla.