Selvaggia, nel nome e nell’intelletto,
Non sono una “moglie di” né una cerbiatta in calore che esibisce davanti ad una videocamera le sue grazie affamate di notorietà, ma, a sua differenza, sono una giornalista, iscritta all’albo e che quotidianamente esercita il dovere di “fare informazione” nella maniera intellettualmente più onesta.
“Onestà intellettuale” e “fare informazione”: principi ai quali dovrebbe rifarsi anche una “strimpellatrice da blog” come lei, perennemente alla caccia di scampoli di notorietà.
Mi sono concessa lo scomodo di occuparmi della sua misera e triste vicenda per farle giungere, in primis, il mio consiglio: s’informi in merito ai guai in cui può cacciarsi, quando animata dalla foga di “lanciare la bomba” diffonde in rete informazioni distorte e non veritiere.
E mi permetto di intervenire, perché, stavolta, l’ha fatta fuori dalla tazza, propagando, con l’arrogante e squallido cattivo gusto che contraddistingue la sua penna, un momento solenne che esigeva rispetto. Quel rispetto che doverosamente andrebbe esibito al cospetto della morte.
Mi rendo conto che è difficile e forse anche fastidioso che “la notizia degna di nota” sia l’esempio di civiltà diramato da 150mila Napoletani, capaci di riunirsi intorno al feretro di un mito per indirizzargli amore, riconoscenza, ammirazione.
Napoli, in quanto esempio di civiltà e compostezza, è un boccone troppo amaro da mandare giù.
E, pertanto, a “quelli come lei” non resta che azionare la macchina del fango.
Per chi non ne fosse a conoscenza, perché nella vita si ripropone intenti più nobili piuttosto che curarsi delle corbellerie che puntualmente propina attraverso il web, quest’oggi, la Lucarelli ha avuto la premura di rendere pubblico un video estrapolato dalla diretta dei funerali di Pino Daniele, nel quale, alle spalle del giornalista di Sky, intento ad intervistare un cittadino, viene immortalata una colluttazione tra due persone. Costei ha pubblicato il suddetto video sulla sua pagina Facebook corredato dalla frase: “L’inviato di Sky che parla compunto e i due che si prendono a mazzate in Piazza del Plebiscito dietro di lui. Momenti indimenticabili”.
Per sua sfortuna, questo pezzo di infelice cabaret sfocia in una grassa e sontuosa figuraccia, poiché, come forse le sarà sfuggito, si tratta di una scena avvenuta in presenza di migliaia di persone e che quest’oggi al cospetto della sua ennesima caduta di stile, non hanno riso.
Allora le ribadisco che è un diritto e un dovere di tutti coloro che “fanno informazione” – anche di chi se ne impossessa arbitrariamente – informarsi sulle notizie, prima di azzannarle con cinico e stolto opportunismo.
Se lo avesse fatto, come ha fatto la sottoscritta, avrebbe scoperto che la persona in questione era una tossicodipendente che ha importunato alcune persone presenti e se il filmato fosse proseguito, avrebbe visto sopraggiungere le forze dell’ordine che hanno provveduto a bloccare e ad allontanare l’uomo.
Non succede “solo” a Napoli, gli imbecilli sono ovunque e forse il fatto che all’indomani di un giorno triste e delicato come quello vissuto da questa città meno di 24 ore fa, stiamo discutendo di una questione di così becero e basso rilievo, ne è la triste riprova.
Forse è giunto il momento che anche al cospetto del suo operato, così come avvenuto nel caso dell’altro illustre caso di abuso di professione attuato da Barbara D’Urso, l’ODG intervenga.
E le preciso che non è la sigla di una nuova pillola anticoncezionale: ODG sta per Ordine dei Giornalisti.
È giunto il momento che chi si rivela incapace di dispensare sentimenti socialmente edificanti e volti a superare taluni, obsoleti ed opinabili stereotipi, ma piuttosto predilige fomentare odio e razzismo incitando acredini, dissapori e riluttanze, si assuma le sue responsabilità, anche davanti alla legge, perché, in un giorno come quello di ieri, più di sempre, l’intimità di questo popolo NON doveva essere strumentalizzata né plasmata ad immagine e somiglianza di alcun intento diffamatorio.
Lei, per sua sfortuna, non appartiene a questa terra e non può comprendere quanto è forte il senso d’appartenenza che batte nel petto di questo popolo.
In nessun altra città del mondo 150mila anime saranno, potranno e vorranno riunirsi per rendere omaggio ad un corpo. E forse è anche questo che umilia la sua vanità: l’amara consapevolezza che “una signorina nessuno” come lei non sarà mai acclamata in quel modo. Se lo lasci dire: ha scelto l’escamotage più triste per succhiare scampoli di notorietà all’immenso Pino.
Per quelle come lei, una museruola alla bocca non è sufficiente: dovrebbero architettarne una per il cervello!