Le immagini che immortalano la condizione nella quale imperversano talune corsie degli ospedali napoletani raccontano un degrado che si fatica perfino a percepire come reale: carenza di posti letto, lettighe, coperte, personale, dignità, decoro.
Quelle scene tratte dal copione di “Io speriamo che me la cavo” che da decenni, tristemente, si ripetono immutate nella firma e nella sostanza. Ma che, radicate nella vita reale, fanno tutt’altro che ridere.
Gli ospedali Loreto Mare e Pellegrini rappresentano l’emblema del collasso sanitario napoletano.
La situazione più drammatica è quella riportata dagli operatori sanitari dell’ospedale Loreto Mare, una delle poche strutture che contempla un pronto soccorso operativo, ma che in seguito all’aumento delle richieste di prestazioni sanitarie e di ricoveri a partire dalla fine dell’anno, ha saturato completamente la disponibilità di posti letto e lo spazio effettivo dove accogliere i pazienti che intanto vengono “provvisoriamente” sistemati su lettighe e sedie.
Tre ambulanze del 118 a servizio dell’ospedale non possono essere utilizzate in quanto sprovviste delle lettighe in dotazione, convertite a posti letto per i pazienti già giunti all’ospedale.
All’ospedale Loreto mare sono attualmente presenti 50 barelle, di cui 25 situate al terzo piano, per arginare la totale saturazione del reparto di Medicina generale e d’urgenza.
L’ospedale Pellegrini, dal suo canto, dal 6 gennaio è impossibilitato ad accogliere altri pazienti. Seppure, attualmente, si annoverino solo 17 ricoverati nel reparto di Medicina generale, a fronte dei 30 che potrebbero essere ospitati, l’assenza di coperte e personale costringe a negare l’accesso ad altri pazienti. Il Pellegrini non può operare nella sua totalità per mancanza di medici ed infermieri.
Il personale medico, inoltre, denuncia l’impossibilità di svolgere serenamente le proprie mansioni, in quanto costantemente sottoposti a intimidazioni e minacce da parte di pazienti e parenti degli stessi. Difficoltà denunciata a più riprese e in più circostanze anche dai medici del reparto di pronto soccorso.
Una situazione che, a questo punto, vede nell’imminente apertura dell’Ospedale del Mare una palpabile via di fuga.