Ci sarebbe il terrorismo islamico dietro la strage nella redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo. Al grido di “vendicheremo il Profeta” due uomini incappucciati, probabilmente braccia armate del gruppo terroristico di Al Qaida, hanno fatto irruzione nella sede parigina del settimanale facendo fuoco con kalashnikov e lancia-granate. Il primo bilancio parla di dodici vittime, tra le quali il direttore Stephane Charbonnier. Secondo testimoni gli attentatori sono poi scappati a bordo di una Renault rubata ad un ignaro passante incontrato durante la fuga. Posti di blocco sono organizzati in tutta Parigi.
Testimoni parlano di “ferocia inaudita” da parte dei terroristi.
Il giornale, famoso per il suo stile ironico e provocatorio bollato come “anti-islamico”, divenne noto al pubblico internazionale nel 2006, con la scelta di ripubblicare le dodici controverse vignette su Maometto del giornale danese Jyllands-Posten. Le vendite balzarono in un giorno dalle 140mila alle 400mila copie, facendo adirare il mondo islamico e spingendo il Consiglio francese del culto musulmano a chiedere il ritiro delle copie dalle edicole.
Incriminato per razzismo, l’allora direttore Philippe Val fu assolto l’anno dopo da un tribunale francese.
Quindici minuti prima dell’attacco, l’ultimo tweet di Charlie Hebdo è stata una vignetta sul leader dello Stato Islamico, Abu Bakr al-Baghdadi. Nell’immagine si vede il califfo augurare buon anno e buona “salute” a tutti.
Il governo ha deciso l’immediato aumento del livello di allerta attentati terroristici in tutta l’Ile-de-France, la regione di Parigi. Polizia e gendarmi sono stati schierati davanti a scuole, edifici pubblici e redazioni di giornali.
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