La Festa dei Popoli è “la festa di tutti”, perché tutti partecipano allo stesso livello per portare il proprio dono di gioia e di vita, per conferire anima, identità e corpo alla festa di chi riconosce la gioia dello stare insieme e che nell’unione identifica una fonte di gioia.
Nasce dalla partecipazione, libera e gratuita, da parte di chi rispetta e stima l’altro per coglierne i valori, per creare incontro, amicizia, solidarietà.
Un momento di aggregazione all’interno del quale convergono tutte le forze, nel rispetto della loro identità.
Alle festa dei popoli, tenutasi stamani, a Napoli hanno aderito le Comunità Polacca, Cingalese, Filippina, Africana Anglofona, Etiope-Eritrea, con i loro colori, canti e danze.
”Oggi è la festa dei popoli perché tutti noi, pur provenienti da culture, lingue, costumi diversi ci sentiamo affratellati dalla stessa fede e dell’amore di Cristo”. Queste le parole delle quali si è avvalso il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, in occasione della festa in cattedrale, per spiegare il valore e il significato di questa ricorrenza.
Una festa che vorrebbe e dovrebbe farsi portatrice di quel messaggio di integrazione e fusione ideologica e culturale tra diversi “riti e colori” del quale ancora troppo e nitidamente si avverte l’assenza nell’ambito dell’ordinario corso della quotidianità.