John Cantlie, il giornalista britannico ostaggio dell’Isis dall’autunno 2012, è il protagonista dell’ennesimo video girato dai jihadisti dello Stato Islamico.
Pochi giorni fa è stato trasmesso”From Inside Mosul”, questo il titolo del video. Otto minuti e quindici secondi di un surreale spot commerciale e propagandistico che tenta di eclissare le atmosfere truculente e brutali a cui l’organizzazione ci ha abituati.
Il giornalista, ben vestito e sbarbato, sembra muoversi in apparente libertà nel cuore della città irachena di Mosul, roccaforte dello Stato Islamico, mentre elogia la vita libera e tranquilla che si vive e che si potrebbe vivere nei territori controllati dal Califfato.
Si aggira sugli edifici più alti della città, guida per le strade, mostra i negozi e gli edifici pubblici di Mosul. L’obiettivo è quello di smentire la versione fornita dai media occidentali, per cui la vita nello Stato Islamico sarebbe governata da un regime mortale ed oppressivo.
L’uomo ci conduce, poi, in uno dei suk della città, mostrando i commerci che vi si svolgono e sottolineando l’assenza di ogni problema di approvvigionamento di elettricità o di mercanzie.
“Dopo il caso dell’invasione americana, i sunniti musulmani possono camminare per strada, si può acquistare di tutto. Questa non è una città che vive nelle paura come i media occidentali vogliono dipingerla. È una città normale: ci sono molte luci al neon”. Sostiene.
Quindi prosegue in un ospedale che ospita bimbi vittime di guerra e infine segue la polizia, affermando che nei territori governati dagli uomini del Califfato non vi siano praticamente problemi di sicurezza.
Il lungo filmato si chiude con Cantlie che si rivolge ad un drone della coalizione che sta sorvolando la città : “fate qualcosa, siete inutili“.
C’è chi parla di sfida alla stampa occidentale, chi di sindrome di Stoccolma, con il reporter che sembra aver abbracciato la causa dell’Isis, allo stesso modo c’è chi sostiene la possibilità che la farsa sia avvenuta sotto minaccia armata.