Anno nuovo, buoni propositi, ma i problemi del 2014 continuano a pesare fortemente ancora oggi, specie sulle spalle dei lavoratori. Tra il 31 dicembre ed il primo gennaio 10 addetti alle pulizie dell’Ipercoop di Afragola hanno ricevuto la lettera di licenziamento, portando i malcapitati a manifestare il 3 gennaio nei pressi del centro commerciale, in attesa dell’incontro con i vertici aziendali che si terrà il 9 gennaio nella sede della Regione Campania.
Sono ormai mesi che la Coop naviga in cattive acque, e con essa i suoi dipendenti. In particolare l’ipercoop di Afragola è stato “declassato” da ipermercato a supermercato, poiché lo spazio effettivamente allestito per la vendita è passato da 10.000 a 4.000 metri quadrati; ciò vuol dire esubero del personale e conseguenti tagli ai contratti, ennesima conseguenza di una crisi che non risparmia né piccoli imprenditori ne i grandi colossi commerciali. Poco prima di Natale infatti anche lo storico euromercato Carrefour di Casoria ha fatto i conti con una situazione assai peggiore: ben 155 lavoratori licenziati (600 contando gli esuberi a partire dal 2011) , tutti ancora oggi in attesa di un piano di rilancio economico da parte dell’azienda e della Regione, che funzioni davvero e che non serva soltanto ad alimentare altre vane speranze.
Consultando il Ministero del Lavoro è possibile osservare che i dati del terzo trimestre del 2014 hanno visto la cessazione di quasi 2 milioni e mezzo di rapporti lavorativi, 890mila dei quali nel Meridione. La maggior parte di questi contratti terminati (circa il 65%) riguarda quelli a tempo determinato, ma vi è anche un corposo 20% di quelli a tempo indeterminato a cui è toccata la stessa sorte. In generale, rispetto al trimestre corrispondente del 2013 vi è stata un incremento delle cessazioni pari a quasi l’1%, ovvero 22.500 persone in più che hanno perso il lavoro. Purtroppo né i dati ufficiali né i precedenti politici sembrano sorridere al futuro di questi come di altri lavoratori, a cui non resta che lottare e resistere, in attesa che qualcosa si muova, una volta tanto, nella loro direzione. Sperando che non sia il Job’s Act che tenta di investirli.