Truffa, immondizia, raggiro: parole che sovente fungono da facili e prevedibili generatori di luoghi comuni e stereotipi, usualmente accostati a Napoli e ai napoletani.
Quando accade, ce ne indigniamo, proviamo risentimento e malcontento, perché con ferma e determinata intransigenza, affermiamo e rivendichiamo il nostro senso d’appartenenza verso una terra che riconosciamo essere “altro”.
“Napoli è anche altro”: questo è quanto, con la testa, con la voce, con il cuore, ferocemente rimarchiamo.
La procura di Napoli ha aperto un fascicolo sulla assenza dal lavoro per malattia di duecento netturbini durante la notte di Capodanno.
Accade a Napoli, proprio a Napoli.
Uno stralcio di cruda e triste verità estrapolata dalla vita reale.
Si tratta di un’indagine conoscitiva avviata dalla sezione «reati contro la pubblica amministrazione» coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Al momento, non sono state formulate ipotesi di reato e l’attività degli inquirenti, prima dell’eventuale contestazione di illeciti, è rivolta ad accertare lo svolgimento dei fatti appresi attraverso le notizie di stampa. Sulla questione sono intervenuti sia il presidente di Asia, Raffaele Del Giudice, sia il vicesindaco di Napoli con delega all’ambiente, Tommaso Sodano; entrambi hanno promesso indagini e verifiche parlando, però, di un caso «fisiologico» di malattia, legato alle condizioni meteorologiche nelle quali hanno lavorato gli operatori di Asia nei giorni precedenti, con temperature sotto lo zero e addirittura una nevicata nella notte tra il 30 e il 31 e all’età media avanzata del personale dell’azienda.
Divisi i sindacati, mentre commercianti e residenti accusano l’ Asia.
“Ci aspettavamo uomini e mezzi per una città piena di turisti – dice Pietro Russo presidente di Confcommercio – ma così non è stato”.
“Il vero problema non sono i 200 ammalati – afferma il segretario della Fiavel, Luigi Merolla – ma i dirigenti incapaci. L’ Asia dovrebbe diventare una S.p.a”.
Una vicenda ambigua che, in attesa che venga fatta chiarezza, concorre ad incupire l’immagine, il buon nome e la credibilità di Napoli e dei napoletani.