Com’è consuetudine ogni fine anno si tracciano i bilanci, si tirano le somme, ci si guarda indietro per vedere cosa si è lasciato alle spalle, e naturalmente ciò che si continuerà a portare con sé l’anno successivo. Il 2014 è stato un anno ricco di avvenimenti che caratterizzano fortemente questo periodo di crisi, non solo economica, non solo dell’Occidente, bensì riguardante tutto il globo. Crisi vuol dire cambiamento, vuol dire essere in una fase di transizione e ben venga; resta da capire, tuttavia, tale cambiamento in quale direzione si muove. Senza giri di parole, tra gli eventi di carattere politico ed economico che hanno segnato questi 365 giorni ne scorgiamo molti di negativi e molto pochi di positivi: guerre, episodi di razzismo, terrorismo, derive economiche ed istituzionali.
Come tutti ricorderanno, proprio tra la fine del vecchio e l’inizio del nuovo calendario, l’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi completava la sua scalata interna al Partito Democratico fino a “fare le scarpe a Letta”, citando una delle sue esternazioni in cui affermava il contrario: non era sua intenzione, diceva, subentrare al Presidente del Consiglio Enrico Letta compagno di partito. Dichiarazioni queste rivelatosi false, dato che il 22 febbraio Matteo Renzi diventa il nuovo Premier italiano, pur non essendo mai stato presentato come candidato alle elezioni del 2013. Una figura la sua assai controversa e discussa: i suoi tweet pungenti agli altri protagonisti della politica, il suo essere giovane, costantemente in movimento, di “corsa”, con fare ottimista e sbrigativo, quasi come farebbe “un equilibrista su una fune in bilico su un canyon“, citando il sempreverde Maurizio Crozza. In particolar modo è la sintonia con la destra berlusconiana e con Confindustria, in sintesi l’aver “desinistrato” il Partito Democratico ad averlo messo alla gogna mediatica e ad aver suscitato perplessità nel suo stesso ambiente.
Febbraio è stato anche il mese delle Olimpiadi invernali di Sochi e delle polemiche per le persecuzioni russe contro gli omosessuali, della protesta a riguardo di alcuni atleti ed atlete nonché degli immancabili social network; il periodo in cui è scoppiata la crisi ucraina con mamma Russia ed allo stesso tempo si è violentemente diffuso il micidiale virus ebola in Africa. Il conflitto in seno all’Europa ha causato ad oggi quasi 5000 morti, mentre il virus sopracitato ha portato a poco meno di 8000 decessi.
Quest’ultimo triste fattore tra l’altro ha procurato nuova linfa vitale ai sentimenti razzisti e xenofobici, specie in Italia, nella stragrande maggioranza dei casi completamente ingiustificati (non ultimi il caso della zimbabwese a cui sono state negate le cure mediche e i diversi attacchi subiti dai centri di accoglienza per gli immigrati, uno dei quali ad Avellino). Al contempo si è assistito al rinvigorimento della Lega Nord col suo nuovo leader Matteo Salvini, alla deriva destroide di alcune sponde grilline e ad un ridimensionamento del Nuovo Centro Destra di Alfano e di Fratelli d’Italia della Meloni.
Allo stesso modo si è visto un rafforzamento dei sentimenti nazionalisti in Europa: il distacco della Russia dal resto dell’Occidente, i successi elettorali di partiti di destra ed estrema destra come l’UKIP di Farage, il “Front National” di Marie Le Pen, per non parlare dell’unico ma significativo seggio ottenuto dal partito tedesco neonazista NPD. Una nota stonata in questo clima euroscettico è arrivata dalla tanto malmessa Grecia, attraverso il partito di sinistra “Syriza” di Alexis Tsipras che dapprima ha battuto in casa i neo fascisti di Alba Dorada per poi guidare in Europa la coalizione internazionale europeista GUE alla conquista di ben 52 seggi. La sfida italiana tra Beppe Grillo e Matteo Renzi invece si è inaspettatamente volta in maniera molto netta a favore di quest’ultimo, ma il gruppo dei Social Democratici di cui fa parte anche il PD non ha potuto fare a meno di allearsi con il Partito Popolare di Angela Merkel, non intaccando di fatto gli equilibri economici e politici pre-esistenti e tanto discussi.
In Estate l’attenzione si sposta precipitosamente in Medio Oriente, dove si assiste da un lato all’inasprirsi del conflitto israelo-palestinese con l’invasione ed i bombardamenti da parte della Stella di David a Gaza, suscitando le reazioni indignate e solidali di innumerevoli personaggi famosi ed ovviamente dei social networks; allo stesso tempo ha preso piede il califfato nero, il sedicente “Stato Islamico” di cui la prima notizia pervenutaci è la decapitazione di 50 soldati in Siria, purtroppo solo il primo di una lunga serie di episodi ugualmente raccapriccianti. Se da un lato la comunità araba ha preso le distanze da questo fenomeno jihadista dall’altro non sono mancati sostegni e atti di emulazione in alcuni casi isolati, come nel sequestro di Sydney avvenuto il 15 dicembre scorso.
Ad Agosto gli Stati Uniti si preparano a fermare l’avanzata dell Isis nell’area Curda, scavalcando le organizzazioni internazionali (in netto ritardo su questo come altri casi); al contempo l’omicidio del giovane afro-americano Michael Brown nella cittadina di Fergurson scatena indignazione e rabbia verso le autorità statunitensi. Una nota positiva del mese arriva dal Mehdiganj, un paese del nord India, in cui una piccola comunità autoctona è riuscita a vincere dopo vent’anni una causa contro la Coca-Cola, accusata di avvelenare il loro suolo e prosciugare le loro fonti d’acqua.
Quest’anno sarà ricordato come quello del referendum per l’indipendenza scozzese, durante il quale il 55,3% ha votato contro ed il 44,7% si è invece schierato a favore, sfociando in un nulla di fatto ma al contempo mettendo in luce quello che è un forte sentimento di rivalsa nazionale nella terra delle cornamuse; l’autunno ha visto le proteste di molti giovani a Hong Kong contro la poca demcoraticità del governo cinese e l’ennesimo intervento militare statunitense in Medio Oriente, attraverso raid aerei in Siria e nel Kurdistan.
Infine è parso doveroso inserire in questo articolo la storica riapertura del dialogo tra Cuba e Stati Uniti ed il non meno eclatante scandalo politico-giudiziario “Mafia Capitale”, forse l’evento (l’ennesimo) che più negativamente ha segnato la storia di questo Paese, oltre che la singola annata. Insomma, in alto i calici e si faccia un bel brindisi; certo con l’amaro in bocca, ma anche con la speranza di un 2015 che porti al risolvimento di tutte le tristi situazioni sopracitate. La speranza, almeno questa, si rinnova anno dopo anno, e non v’è bilancio che tenga!