Santo Stefano di vergogna, rabbia e violenza a Napoli.
Un turista francese che si trovava in città con la moglie, precisamente tra via Duomo e via dei Tribunali, si è casualmente imbattuto in un gruppo di ragazzini che stava discutendo animatamente –anche fin troppo animatamente- con un venditore ambulante. L’uomo, spinto dal suo spirito pacifista, si è avvicinato con l’intenzione di placare gli animi e di interrompere sul nascere l’imminente colluttazione, ma è stato aggredito da uno dei ragazzi che gli ha assestato un pugno sul volto, fratturandogli il setto nasale. Medicato al Vecchio Pellegrini, ne avrà per 30 giorni.
Questo pugno non ha colpito solo il malcapitato turista che ha agito con ammirevoli intenzioni, bensì, anche e soprattutto, quella Napoli abitata da persone perbene, oneste, civili che quotidianamente si misurano con episodi analoghi.
La microcriminalità dilaga, anima e popola le nostre strade e si espande a macchia d’olio, come un tumore maligno in un corpo sano.
Un episodio, quest’ultimo, che concorre a scrivere un’altra pagina triste che getta un velo di mortificanti e cupe ombre su tutte le bellezze che Napoli e la sua gente sono in grado di offrire realmente.