Né illustre né egregio Signor Alvino,
Sono una giornalista, ma questo non conferisce al mio verbo maggiore lustro, esattamente come il tesserino non attribuisce maggior credito alle sue parole.
Eppure, entrambi avremmo l’obbligo, allorquando esercitiamo la professione, più che mai, di agire con cognizione di causa, senza mai spogliarci dell’onestà intellettuale che dovrebbe, sempre, senza alcuna eccezione, guidare parole ed intenzioni.
Sono una giornalista e sono di Cercola e le assicuro che questo non mi rende meno napoletana di lei.
Sono una giornalista, di Cercola che, ascoltando quanto asserito da lei in radio quest’oggi, ha provato un profondo senso di vergogna, non per essere cercolese, ma per essere una sua collega.
Le posso assicurare che qui non si parla “un dialetto“, ma “il napoletano verace” e che è ben facile capirci, sia quando parliamo in italiano, sia quando parliamo in napoletano e mi permetta anche di aggiungere che ci vogliono degli attributi che lei si sogna per essere tifosi del Napoli qui e convivere in maniera armonica e pacifica con la parte bianconera della popolazione.
I tifosi del Napoli presenti a Cercola non sono una minoranza e non possono e non devono vedersi denigrati da uno “showman“ come lei, solo perché questo territorio ospita uno dei club bianconeri più popolati della Campania.
S’informi, in primo luogo, riguardo l’esatta ubicazione del comune, il primo della provincia e tutt’altro che distante, dal punto di vista geografico, culturale ed ideologico, dal capoluogo.
Siamo tutti bravi a sfoggiare parole cariche di luoghi comuni, retorica e sentimenti buoni, quando c’è da far salire le proprie quotazioni, ma lei, oggi, ha chiaramente dimostrato quanto cinismo ed ipocrisia regnano, in realtà, nella società ed, ancora di più, nel contesto giornalistico partenopeo.
Considerando che è incapace di arrivare a dedurre la gravità delle dichiarazioni da lei rilasciate in diretta radiofonica, spero che, quantomeno, esista nella sua vita qualcuno in grado di spiegarglielo: “Parlano un dialetto strano… Non si capiscono…. Ma, poi, non è Napoli, è un paese sperduto”. Questo è quanto da lei dichiarato.
Ci tengo a sottolinearle che degli oltre 19.000 abitanti residenti in quello che secondo il suo grossolano metro valutativo è “un paese sperduto”, i tifosi di fede bianconera rappresentano una mera minoranza.
Ci tengo, quindi, ad esternare il mio pensiero pubblicamente per dirle, principalmente, una sola frase: “Si vergogni.”
Lei si deve solo vergognare, in quanto ha offeso un’intera popolazione, arbitrariamente, grossolanamente, gratuitamente, basandosi su frivole ragioni, perché le sia chiaro, le sue dichiarazioni esulano dal contesto calcistico e denigrano un’intera comunità.
E, ancor più si deve vergognare, perché, anche se la natura del suo sfottò fosse meramente calcistica, le ricordo che il compito di noi addetti ai lavori è gettare acqua sul fuoco per rilanciare ideali e principi più consoni ed affini allo sport, al calcio, perché, io che sono una tifosa del Napoli che vive a Cercola, so che occorre ben più poco per fomentare i focolai di tensione che, prevedibilmente, serpeggiano lungo la linea di confine che intercorre tra le due “fazioni”.
Lei oggi, tra le tante, si è macchiato di una delle colpe peggiori che può contaminare la credibilità di chi esercita questo mestiere: giudicare qualcosa che non conosce, che non ha mai visto con i suoi occhi e della quale non ha la benché minima percezione.
Le posso assicurare che questa è una terra calpestata da tifosi sinceri e civili che meritano il suo rispetto e non la sua denigrazione.
Essere un tifoso, sincero e civile, non vuol dire andare allo stadio bardato come un pagliaccio per ostentare pantomime e sceneggiate al cospetto di un gol, bensì “non cadere in tentazione”, non cedendo al lusinghiero richiamo della “Vecchia Signora”, ma forte del senso d’appartenenza che ribolle nelle vene, vivere nel rispetto della libertà, di tifo e di pensiero, del vicino di casa, pur non condividendola.
Per questo, io e tutti gli esponenti della Cercola azzurra, ci sentiamo più civili, più tifosi e più napoletani di lei.