Era il 23 dicembre 1984, esattamente 30 anni fa. Il treno rapido 904, partì da Napoli alle ore 12:55, per attraversare l’Italia e giungere a Milano.
Sul treno vi erano molte famiglie, tutte felici per l’arrivo imminente del Natale. Alcuni tornavano a casa, altri andavano dai parenti.
Nessuno però, sapeva ciò che stava per accadere.
Erano le 19:08, il treno, si trovava nella galleria appenninica di San Benedetto Val di Sambro quando, improvvisamente, esplose una bomba.
L’ordigno, era stato nascosto in due borse piazzate sulla griglia portapacchi nel corridoio del vagone numero 9, tra l’undicesimo e il dodicesimo scompartimento.
I sedici grammi di esplosivo, furono azionati attraverso un congegno radiocomandato.
Ci furono 17 morti, tra cui tre bambini. I feriti invece, furono 267 tra passeggeri e personale delle ferrovie.
Grazie ad alcuni testimoni, è stato possibile ricostruire l’accaduto: la bomba, fu introdotta sul treno durante la sosta alla stazione di Firenze Santa Maria Novella.
Le prime indagini parlarono di terrorismo.
Nel 1986 però, l’inchiesta prese un’altra strada: il pubblico ministero Pierluigi Vigna incolpò della strage i mafiosi Guido Cercola e Giuseppe Calò. Il PM sostenne che i due, organizzarono l’attentato “con lo scopo pratico di distogliere l’attenzione degli apparati istituzionali dalla lotta alle centrali emergenti della criminalità organizzata che in quel tempo subiva la decisiva offensiva di polizia e magistratura per rilanciare l’immagine del terrorismo come l’unico, reale nemico contro il quale occorreva accentrare ogni impegno di lotta dello stato”.
Nell’inchiesta emersero i collegamenti tra mafia, camorra, terroristi neofascisti, banda della Magliana e P2.
Secondo i magistrati, la cosiddetta “strage di Natale” è il primo episodio della strategia di Cosa nostra, che continuerà negli anni novanta con gli attentati di Firenze, Roma e Milano per contrastare le indagini su Cosa nostra ed altre attività del maxi processo.
Il 25 novembre 2014 si è aperto il processo contro il boss di Cosa nostra, Totò Riina, accusato di essere il mandante dell’attentato.
In occasione dei 30 anni dalla tragedia, oggi, nella Stazione Centrale di Napoli, è stata posta una corona di fiori al binario 11 ed una targa con i nomi delle vittime.
Inoltre, il sindaco Luigi de Magistris, ha consegnato le medaglie della città ai familiari delle 16 vittime napoletane che persero la vita a bordo del treno.
Rosaria Manzo, presidente dell’associazione vittime del Rapido 904, ha ricordato che «ancora oggi attendiamo la verità dalle aule dei tribunali. Tutti noi lottiamo per i nostri diritti, con l’orgoglio di chi chiede rispetto e di chi ha come obiettivo la ricerca della verità».