La baia di Trentaremi rappresenta il fiore all’occhiello del quartiere Posillipo.
Rientrante nei confini di pertinenza del Parco sommerso della Gaiola, i promontori della baia sono autentici scrigni nei quali giacciono custodite testimonianze del passato romano della città, come la villa imperiale di Pausilypon con il suo imponente anfiteatro.
Eppure, la storia contemporanea, ha saputo collocare in quella riserva naturale di rara beltà, tutt’altra tipologia di “reperti”.
La Capitaneria di porto di Napoli, infatti, ha scoperto, proprio nella baia di Trentaremi, rifiuti speciali pericolosi sommersi.
Dopo una segnalazione di un cittadino, il sopralluogo, effettuato con l’ausilio del personale dell’Asl, ha effettivamente mostrato la presenza di numerosi manufatti in cemento ed amianto, con vecchie condotte fecali e pluviali dismesse, rotte e abbandonate, insieme a parti di tegole sparsi sull’arenile e abbandonate in acqua.
Pertanto, gli uomini della Capitaneria hanno proceduto al sequestro penale a carico di ignoti di tutta l’area, comprensiva di arenile, specchio acqueo fino a dieci metri dalla battigia e costone sovrastante la baia di Trentaremi.
Una delle località balneari più famigerate della città, si tinge di colori e timori utili solo a deturpare e svilire quella fascinosa ed incantevole costa e ad inquinarne le cristalline acque.