Stamattina, poco prima delle 8, nel Quartiere Fuorigrotta, una delle più “abituali” liti dettate dal viver civile è sfociata in tragedia.
Accade soprattutto quando l’inciviltà di taluni padroni si riversa sui loro, incolpevoli, cani.
Pigrizia, negligenza, superficialità, strafottenza: qualsiasi sia la motivazione alla base della scellerata condotta, ciò che più risalta all’occhio è il risultato finale.
Padroni incapaci di ripulire marciapiedi, aiuole, strade, cortili dagli escrementi defecati dai loro animali.
Un dato che risalta, oggettivamente, all’occhio passeggiando per le strade della città e del quale non si può attribuire la colpa solo ed esclusivamente agli animali randagi.
I padroni che passeggiano al seguito dei loro amici a quattro zampe, armati di bustine e palette, sia chiaro, esistono, ma rappresentano una minuta e sommessa minoranza.
Una condotta che genera odori sgradevoli e reazioni burbere da parte di chi è destinato a subire.
Oggi, scopriamo che, può finanche sfociare in tragedia.
Un uomo, infatti, ha sorpreso il proprietario di un cane mentre lasciava l’animale libero di imbrattare di feci l’ingresso del palazzo.
Il proprietario del cane, incredibilmente, di tutta risposta, ha accoltellato l’uomo che lo aveva redarguito: «Sei proprio davanti alla porta di mia madre» gli aveva fatto notare. È accaduto al Rione La Loggetta, nel Quartiere Fuorigrotta.
Il proprietario dell’animale, un 52enne che risiede nel Rione, ha portato fuori il cane, un bastardo di piccola taglia. L’ animale stanziava in prossimità dei citofoni di un’abitazione, quando è sopraggiunto un 56enne che si recava in visita alla madre ultra 90enne.
L’uomo ha protestato, invitando il proprietario a portare altrove l’animale, ma quest’ultimo ha estratto un coltello ed ha colpito l’altro all’altezza del cuore, all’emitorace sinistro, come riferisce la cartella clinica. Ricoverato all’ ospedale San Paolo in gravi condizioni, il ferito è in prognosi riservata.
Gli agenti del commissariato San Paolo hanno arrestato il proprietario del cane che è stato trasferito nel carcere di Poggioreale.
Un uomo, oggi, è stato ridotto in fin di vita dal vano tentativo di condurre un suo simile, nelle fattezze anatomiche, ma non nell’anima, verso una condotta semplicemente più civile.