Sono trascorse due settimane dalla demolizione show dell’ecomostro dell’Alimuri in penisola sorrentina, ma per un ecomostro che va giù, tanti altri restano ancora in piedi a deturpare splendidi scorci del nostro paese. Inutile dire che gran parte degli ecomostri si trovano nel Sud della nostra penisola e che a causa di intoppi burocratici e processi lumaca rimarranno lì per ancora molti anni.
Legambiente stila annualmente una vera e propria classifica degli ecomostri italiani nell’ambito dell’inchiesta “Mare Monstrum” che viene aggiornata annualmente anche grazie all’Arma dei Carabinieri e al Ministero dell’ambiente.
La top five di Mare Monstrum aggiornata al 2013 riunisce i casi di abusivismo edilizio su cui pesa, ignorato da decenni, l’ordine di abbattimento. Oltre all’Alimuri finalmente abbattuto, sono in classifica gli scheletri di Pizzo Sella a Palermo, che si sono conquistati il titolo di «collina del disonore»: 170 villini costruiti alle spalle di Mondello che sono stati sequestrati tra il 1999 e il 2000 e che risultano essere una colossale speculazione immobiliare che nasconde un’imponente operazione di riciclaggio di denaro di Cosa nostra . Alcuni villini sono stati poi condonati in quanto le sentenze hanno sottolineato la buona fede degli acquirenti, ma molti edifici non sono stati completati.
Un altro scempio è rappresentato dalle 35 ville costruite nell’area archeologica di capo Colonna a Crotone, centinaia di metri cubi di cemento a ridosso di uno dei siti archeologici più estesi d’Europa, posti sotto sequestro nel 1995 e che fanno ancora mostra di sé in barba alle sentenze che ne ordinano la demolizione.
Non solo scheletri, a volte gli edifici hanno l’aspetto dei mattoni a vista, di piastrelle e dei tetti in lamiera. Come le migliaia di villini del villaggio di Torre Mileto (Foggia), costruiti dagli anni Settanta tra il Lago di Lesina e l’Adriatico e che sono senza fondamenta, senza rete fognaria e senza allacci. Sempre in Puglia, a Baia Campi, vicino Vieste, c’è l’edificio abbandonato di un centro per il turismo mai entrato in funzione e costruito, per di più, con soldi pubblici ed eretto dalla Regione nell’area vincolata del Parco del Gargano.
Chiudono la top five di Legambiente gli otto schletri sulla collina a Quarto Caldo nel Parco nazionale del Circeo che fortunatamente ,come l’Alimuri, sono stati demoliti la scorsa primavera.
Il cemento abusivo è spesso abitato, e questo complica ulteriormente il corso di sequestri e demolizioni. Per di più, lungo le coste italiane, si prosegue a costruire illegalmente: sono state 2.412 le infrazioni legate all’edilizia accertate nel 2013, secondo l’elaborazione di Legambiente sui dati di forze dell’ordine e capitanerie, più di tre per ogni chilometro di costa. Proseguono, certo, anche i controlli, come testimoniano gli oltre mille sequestri dello scorso anno e le 3.442 persone denunciate o arrestate nell’ultimo anno, ma a volte non si fa in tempo ad abbattere un abuso che rischia di spuntarne un altro ancora più mostruoso e pronto letteralmente ad imbrattare i nostri meravigliosi paesaggi naturali.