Lo scorso giovedì, in un San Paolo semideserto è andata in scena la “notte del riscatto” per capitan Marek Hamsik, quella nell’ambito della quale ha mostrato un caparbio e più convinto piglio, ha ritrovato il feeling con il goal, ma soprattutto ha agguantato il quarto posto nella classifica di presenze azzurre dei calciatori del Napoli di tutti i tempi, primato che emulerà domenica prossima, allorquando, contro il Milan, conquisterà una presenza in più rispetto a Ciro Ferrara, con il quale, attualmente divide il quarto gradino.
Una notte da ricordare che introduce “il giorno da ricordare”: “lo scugnizzo di Banska Bystrika” ha ufficialmente sugellato il legame, sincero e perpetuo, che fonde la sua storia, umana e sportiva, a Napoli, alla città, ai tifosi, alla squadra, ai sentimenti che ribollono nel ventre di “mamma Partenope”.
Il capitano del Napoli, ieri pomeriggio, ha infatti ricevuto la cittadinanza sportiva onoraria nell’ambito delle tradizionali consegne delle onorificenze del CONI.
Emozione, orgoglio, riconoscenza che si fondono nel riconoscimento, quello più sentito ed emblematico, quello che si riserva solo e soltanto ai più intrepidi e valorosi eroi.
Una storia pregna di sacrifici, conquiste, salite, discese, dentro e fuori dal campo, innumerevoli anni, scanditi da quella capigliatura sempre più erta verso il cielo e un talento irreversibilmente al servizio di un unico colore: l’azzurro. “Sono molto emozionato, vi ringrazio per questo premio che per me significa tanto. Qui, come già detto diverse volte, mi sento a casa e questo premio mi dà una gioia in più”. Il giocatore slovacco è letteralmente innamorato di Napoli, una realtà dove vuole rimanere ancora per molto tempo, a dispetto dei fischi e dei borbottii che sovente sottolineano le prestazioni al di sotto delle sue potenzialità, finanche giustificati e, in quale modo, legittimati da Marek per primo: “Ci tengo tanto, sono 8 anni di duro lavoro, ma che mi ripagano ogni giorno. Mi piace tutto di questa città, il sole, il mare e la cucina. La città e la gente si è sempre comportata bene e per questo sono ancora qui”.
È un Hamsik che, a dispetto delle lussuriose regole dettate dal calcio moderno, rilancia valori che rischiano di sbiadire, al cospetto del richiamo delle banconote, quali attaccamento alla maglia e senso d’appartenenza, o semplicemente, dimostra che, se un calciatore vuole, può e sa mettere al primo posto i sentimenti: “Mi sento una bandiera di questa città, ho ancora tanti record da battere, ma la strada è quella giusta”.
Ormai, il Napoli, Napoli e i suoi tifosi, possono vantare un napoletano in più in formazione.